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Torino, tre punte solo a partita in corso: ecco perché il tridente è impraticabile

Andrea Belotti e Fabio Quagliarella durante l'ultimo derby

Approfondimento / La squadra è costruita, pensata ed allenata per giocare con il 3-5-2: il tridente è incompatibile sia tatticamente, sia tecnicamente

Lorenzo Bonansea

"Un accorgimento a partita in corso, ma niente di più: il Torino - questo Torino - non ha nelle sue “corde” tattiche e tecniche l’utilizzo di un tridente da inizio partita, avendo come impianto ben solido il 3-5-2, e comunque non disponendo di giocatori adatti ad un attacco a tre.

"L’impianto tattico di Ventura non prevede stravolgimenti: il Torino è una delle squadre più rodate a livello di gioco dell’intero campionato, e tutti gli avversari che incontrano Glik e compagni parlano di partite “estremamente tattiche”, con i giocatori granata abituati a muoversi come un unica entità, rispettando con assoluta abnegazione quei dettami cari al 3-5-2 venturiano. Il passaggio, dunque, ad un modulo a tre punte significherebbe un cambiamento nell’assetto tattico generale di squadra, e che sia 4-3-3 o 3-4-3, il gioco del Toro è costruito per essere attuato solamente con il 3-5-2, così come i giocatori acquistati sono stati prelevati perché ritenuti adatti a quest’idea di calcio. Anche dal punto di vista individuale, dunque, risulta palese un’evidente inadattabilità tecnica al modulo a tre punte da inizio partita.

"E a gara in corso? A gara in corso è un altro paio di maniche: le tre punte, infatti, sono state utilizzate da Ventura quando c’era da recuperare un risultato (ad esempio nell’ultima partita con la Roma, quando in campo c’erano Belotti, Martinez e Maxi Lopez), e solo ed esclusivamente in quel caso specifico. Il futuro tattico del Toro, almeno finché siederà Ventura sulla panchina granata, sembra dunque segnato,  e - obiettivamente - pare giusto così:  i risultati ottenuti con l'avvento del 3-5-2, infatti,  non possono certo dare torto ad un allenatore che, con la sua idea di calcio, è riuscito nell'intento di dare nuova linfa ad una squadra storica, importante, rendendola di nuovo capace di raggiungere traguardi impensabili fino a pochi anni fa.