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Tre derby, zero gol e tre tiri in porta: il blocco mentale del Toro contro la Juve

Approfondimento / Il condizionamento dei giocatori granata durante i derby è evidente anche per Mazzarri

Nicolò Muggianu

All'Olimpico l'atmosfera era quella delle grandi occasioni, ma il Torino ha giocato a nascondino con sé stesso per tutto il corso del derby. Che per la squadra di Mazzarri, quella di ieri, non fosse una giornata particolarmente propizia e fortunata lo si è visto dopo appena 5'. Obi è Belotti scappano in contropiede, ritrovandosi in un 2 contro 1 a campo aperto con Rugani. Le gambe però tremano: il passaggio di Obi non è perfetto, e lo stop di Belotti completamente sbagliato. Novanta minuti racchiusi in un solo istante: un'occasione fallita clamorosamente una di quelle che, specialmente contro squadre come la Juventus, inevitabilmente ti capitano una sola volta a partita.

SUDDITANZA - È quella la sliding door del match: il Toro trema, la Juve no. I bianconeri creano poco, ma passano: Bernardeschi inventa e Alex Sandro punisce. Una sola occasione, ma finalizzata. Un vantaggio a tratti immeritato, ma anche da questo si vedono le grandi squadre. Andando più a fondo della questione però, è evidente come i granata patiscano il derby dal punto di vista psicologico. Se fino a una ventina di anni fa il derby era un'occasione per il Torino di giocarsela contro la Juventus ad armi pari, sopperendo il divario tecnico con grande grinta e cuore, le ultime stracittadine hanno messo in evidenza un evidente cambio di tendenza. Negli ultimi tre faccia a faccia con la Juventus, tra campionato e Coppa Italia, non solo i granata non hanno mai segnato; ma non si sono nemmeno resi (quasi) mai pericolosi. Una sorta di "sudditanza psicologica" o "timore reverenziale", che dir si voglia. All'Olimpico è arrivata una Juve rimaneggiata e provata dagli impegni di Champions, ma non è bastato. A notare l'atteggiamento remissivo e a tratti rinunciatario del Torino, è stato anche Mazzarri"Non mi è piaciuto cosa è successo dopo il gol - ha dichiarato il tecnico nel post-partita (LEGGI QUI)-: troppi minuti di contraccolpo psicologico. Ho scoperto oggi che c'è un condizionamento mentale nei giocatori". 

 TURIN, ITALY - FEBRUARY 18: Nicolas Burdisso (L) of Torino FC competes with Paulo Dybala of Juventus during the Serie A match between Torino FC and Juventus at Stadio Olimpico di Torino on February 18, 2018 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

"MAI PERICOLOSO - Ma cosa deve cambiare? Innanzitutto la prima svolta deve arrivare dalla testa, dalla mentalità. Che la Juventus sia squadra più forte tecnicamente del Torino non c'è dubbio; e non va dimenticato che si parla di una squadra che ha subito una sola rete nelle ultime dodici partite. Ma resta la sensazione di un Toro che, contro la Juve, non è riuscito quest'anno a mettere in campo tutto ciò che poteva. Nelle ultime tre stracittadine - da Mihajlovic a Mazzarri - i granata hanno subito 7 gol, non segnandone nemmeno uno. Tra campionato e Tim Cup, il Toro non ha nemmeno quasi mai impensierito i portieri bianconeri. L'unica occasione avuta negli ultimi tre confronti il palo di Niang, nel match di coppa dello scorso 3 gennaio. Nessuna capacità o quasi di impensierire la porta bianconera. Se a ciò si aggiunge la tendenza a subire eccessivamente il contraccolpo di un gol subito, come successo anche nel derby di ieri, il quadro è completo. Su quali siano le ragioni di questo evidente blocco mentale sono aperte le discussioni. Ma una cosa è certa, per vincere qualcosa dovrà cambiare perché fino a quando il Torino soffrirà, oltre che tecnicamente, anche mentalmente la Juventus allora ci sarà ben poco da fare.