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Toro: Padelli e Gillet, un confronto

La Serie A si è presa una settimana di ferie. Approfittando della pausa delle nazionali per...

Federico Lanza

La Serie A si è presa una settimana di ferie. Approfittando della pausa delle nazionali per le qualificazione al Mondiale sudamericano, c'è ampio spazio e tempo - con il calcio giocato messo momentaneamente da parte - per fare alcune riflessioni sull'andamento della stagione del Torino fino a questo momento. Dopo sette giornate, il Toro è a quota 9 punti. Un ottimo bottino senza dubbio, anche se rimane sempre il rammarico per quello che poteva essere è invece non è stato. Partendo da un recente articolo apparso su queste colonne, relativo al portiere Daniele Padelli come "scommessa vinta" del mercato estivo, abbiamo provato a confrontare le prestazione dell'attuale portiere granata, proprio come scomessa, e quelle relative a Jean François Gillet, portiere della passata stagione adesso squalificato per le sentenze del calcioscommesse.GILLET - Al pari di Alessio Cerci, fondamentale negli equilibri della squadra nella passata stagione, lo stesso Gillet si è rivelato una pedina quasi determinante per il raggiungimento della salvezza. Se è vero che il portiere belga subì 53 gol in 37 presenze (una media di quasi 2 gol a partita), vanno comunque messe a referto le numerosissime - e a tratti spettacolari - parate del "Gatto di Liegi". Dopo 7 partite (Siena, Pescara, Inter, Sampdoria, Udinese, Atalanta, Cagliari) la casella dei gol subiti segnava solo 5 reti al passivo. E i punti in classifica, 9, sono gli stessi di quest'anno dopo 7 partite. La media voto vicina al 6.5 è eloquente: Gillet è stato quasi sempre uno dei migliori. Purtroppo, a luglio è successo quello che sappiamo tutti. Il 16 luglio è arrivata la tegola: 3 anni e 7 mesi di squalifica per il presunto doppio illecito nell'ambito dello scandalo del calcioscommesse. Gli uomini di mercato granata sono stati bravi - e di questo bisogna dargliene atto - a scovare un degno sostituto, Daniele Padelli.PADELLI - Che Padelli sia arrivato a Torino sull'onda di un generale scetticismo, beh, è vero. Ventura, già allora, ci aveva visto lungo e considerava il portiere classe '85 una validissima alternativa al belga. Diciamo che Padelli non ha mai goduto di grandissima popolarità in Serie A, avendo trascorso gran parte della sua carriera calcistica in prestito o a vedere i compagni giocare dalla panchina. Como, Pizzighettone, Crotone, Samp, Avellino, Pisa, Bari, la formativa esperienza al Liverpool e poi la grande chiamata dell'Udinese, con il quale disputa, seppur da secondo, 12 partite ben figurando. Come accennato in apertura, dopo l'iniziale diffidenza nei suoi confronti, Padelli, attraverso il duro lavoro quotidiano, è riuscito a smentire e far ricredere gran parte della tifoseria attraverso prestazioni di livello e alcune parate degne di nota, come quella nel derby. Ecco perchè possiamo parlare di "scommessa vinta". I dieci gol subiti dopo 7 partite (l'anno scorso con Gillet furono solo 5) non vogliono dire niente. O meglio. Questi dati vanno presi con le pinze e analizzati a fondo. Quest'anno l'impostazione tattica è diversa, così come diversi sono anche gli interpreti della difesa. Qualche gol in più non cancellano quanto di buono visto finora. Soprattutto se la responsabilità di alcuni gol non è imputabile nè alla squadra e neppure a Padelli stesso. A buon intenditor...Federico Lanza (foto Dreosti)