di Valentino Della Casa - E per un Petrachi che rimane, ci dovrebbe essere un Lerda che parte. Dovrebbe, perché il condizionale resta d’obbligo, fino al termine della stagione, quando si capirà non solo se il Toro è riuscito a centrare la promozione, ma anche in che modo, eventualmente, in Serie A ci è arrivato. Solo in un caso, comunque, la panchina dei granata sarà nuovamente affidata al mister cuneese. Altrimenti si cambia, e le alternative sono già tenute in caldo, sia per la massima serie, sia per quella cadetta.Franco Lerda ha vissuto finora grandi momenti di alti e bassi a Torino. Dal punto di vista tecnico-tattico, la dirigenza è tutto sommato contenta del lavoro svolto dal mister e dal suo staff. Tuttavia, resta ancora qualche dubbio dal punto di vista motivazionale: a volte, infatti, la carica del tecnico verso il gruppo, secondo i vertici societari, è mancata. La conseguenza? Alcune apparizioni disastrose di Bianchi e compagni. Ma, da quando è tornato, Lerda si è dimostrato cambiato, riuscendo ad inanellare tre belle vittorie contro Ascoli, Grosseto e AlbinoLeffe, senza però dimenticare anche delle deludenti apparizioni (soprattutto quella con il Piacenza). Ecco perché a Torino si vogliono ancora riservare il diritto di valutare: se il finale di stagione sarà condotto alla grande, con la squadra che vince e convince, meritandosi la promozione, allora a Lerda sarà data la chance di continuare la sua avventura in granata, la sua prima, tra l’altro, in Serie A. Se, invece, verrà conquistata la massima serie, ma in maniera quasi “fortuita” (è questo il pensiero che continua a circolare tra i vertici granata) allora la permanenza del tecnico sarebbe decisamente meno scontata. Chi, al suo posto? Inutile dire che il binomio Petrachi-Ventura sia da diverso tempo associato, in quel di Torino. Utile, invece, è affermare che tale accoppiata, dopo l'esperienza di Pisa, si potrebbe ricomporre. L’ex allenatore barese -sostituito nella seconda parte della stagione da Mutti- avrebbe dunque (c’era già l’accordo l’anno scorso, in caso di promozione con Colantuono che comunque non sarebbe rimasto) la possibilità di arrivare a Torino e mostrare ai tifosi piemontesi il suo offensivo 4-2-4, sperando che i risultati siano diversi da quelli conseguiti quest’anno con il Bari.Bari che, comunque, potrebbe l’anno prossimo trovarsi ad affrontare il Torino, in Serie B. Ipotesi, per quanto scongiurata, che i dirigenti del Toro tengono bene a mente, e hanno già saputo come cautelarsi. La pista porta a Varese, dove Giuseppe Sannino sta continuando il miracolo cominciato due anni fa. Se i lombardi dovessero essere promossi, ovviamente, il discorso cadrebbe prima ancora di cominciare. Altrimenti, si verificherebbe un tête à tête con il Bologna (che, ricordiamo, ha incassato il rifiuto proprio di Petrachi) per accaparrarsi l’emergente allenatore, stimato dal ds granata soprattutto per le capacità di motivatore, piuttosto che di abile stratega. Ecco, dunque, il “piano B” che a Torino hanno già in mente.La “Mission possible” di Lerda è quindi quella di far cambiare idea, entro la fine dell’anno, a chi (Cairo e Petrachi, molto probabilmente) dovrà decidere per il futuro del Torino. Ce la farà? Fra qualche settimana, l’ardua sentenza.
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Ventura, Sannino (o Lerda)
di Valentino Della Casa - E per un Petrachi che rimane, ci dovrebbe essere un Lerda che parte. Dovrebbe, perché il condizionale resta d’obbligo, fino al termine della stagione, quando si capirà non solo se...
(Foto: M. Dreosti)
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