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A Roma contro la Lazio granata obbligati al miracolo per non sprofondare

L’Analisi di Gino Strippoli – Gara difficile per Belotti e compagni, solo con la vittoria si può superare la crisi

Gino Strippoli

La partita di questa sera contro la Lazio, a Roma, a soli due giorni dal brutto pareggio contro il Cagliari, arriva nel momento meno propizio per i granata che solo tre giorni dopo dovranno confrontarsi contro la Juventus.

Il Torino ci arriva con l’allenatore granata Mazzarri squalificato per l’ammonizione subita domenica scorsa (era diffidato) ma soprattutto con la Curva Maratona che lo ha irrimediabilmente bocciato e chiede a gran voce la sua testa. Il comunicato degli Ultras granata e della Maratona è ineccepibile: “Non ne possiamo più: Mazzarri se ne deve andare, perché il Toro fa sempre più schifo: in classifica e sul campo, perché il Filadelfia è sempre chiuso….la goccia che ha fatto traboccare il vaso è aver indicato Chiellini (aggiungo io a solo una settimana prima del derby)  come esempio per i giocatori del Toro….” Il comunicato continua  e finisce poi con molti punti interrogativi diretti al presidente del Torino, Urbano Cairo sulla questione Chiellini.

Tutto ciò dopo la partita contro il Cagliari, dove il Toro ha inanellato l’ennesima brutta prestazione, senza mordente e con giocatori fuori ruolo, e prima della difficile trasferta di questa sera.

In panchina ci sarà Frustalupi, ma sarà un pre-gara da incubi che si spera spariscano poi in campo. L’immobilismo granata visto domenica si scontra contro l’Immobile capocannoniere laziale di questa serie A. Una strada tutta in salita che potrebbe diventare in discesa se solo i giocatori granata, eccezion fatta per Sirigu e Belotti che si sono dimostrati veri campioni, buttassero in campo grinta, volontà, attenzione, corsa. Già tutte cose che in questo inizio campionato si sono viste davvero pochissime volte (Atalanta, Milan, Napoli), inoltre la squadra è apparsa davvero allo sbando quando deve cercare di fare la partita. Ma contro la Lazio per l’appunto sarà la squadra romana a costruire gioco e li il Toro potrebbe anche fare la partita della rinascita, quando si tratta di colpire di contropiede o ripartenza, come si voglia chiamare. E’ una prospettiva positiva ma che dipenderà come i granata entreranno in campo, se a mente libera o con il peso della crisi.

Inevitabile pensare al tutto per tutto con un Toro schierato con due punte vere come Belotti e Zaza, difficile il tridente con Verdi o Falque, e un centrocampo a 5 con tre mediani (Rincon, Meitè e Baselli o Lukic), mentre sulle corsie esterne il ritorno di Ansaldi a destra, nel suo ruolo naturale e Ola Aina a sinistra. De Silvestri è sembrato appesantito nell’ultima gara, ma mai dire mai se Ola Aina fosse confinato in panchina.

C’è da dire che lo staff tecnico granata dovrà tener conto del derby di sabato e delle possibili conseguenze legate a ammonizioni ed espulsioni. Un dato su tutti di questo Toro che non funziona: ottava difesa del campionato con 12 reti subite in compagnia di Bologna, Fiorentina e Brescia e il 13 attacco con 11 reti fatte, ma soprattutto su 9 partite giocate ben 4 sconfitte e prestazioni sempre mai del tutto convincenti nelle vittorie (vedi San Sirigu) e tifosi contro. Dati impietosi che si presentano da soli e fanno del Toro una vittima sacrificale della Lazio e della Juventus. Quindi questa sera o arriva il miracolo o la caduta nel baratro sarà sicura. Ah, le colpe di questo inizio stagione sono chiaramente da dividere tra lo staff tecnico, i giocatori e in parte anche della società che non ha saputo nell’ultimo calciomercato rinforzare come si doveva fare la squadra soprattutto in una zona del campo nevralgica come il centrocampo e le deficienze dell’oggi sono le stesse dello scorso anno con la squadra che fatica sempre a costruire gioco senza un centrocampista di grande qualità, una squadra senza fantasia e Verdi è un ottima seconda punta ma non un rifinitore come per intenderci era Ljaic.