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Tutti in campo, Inter ancora record. Toro sempre più giù.

Si riparte tra stadi chiusi per inadeguatezza alle norme vigenti (Bergamo, Verona e Firenze), per motivi d’ordine pubblico (Messina), aperti in extremis solo agli abbonati (Milano), e aperti a tutti (Torino, Roma, Genova, Cagliari e...

Nino Mancini

Si riparte tra stadi chiusi per inadeguatezza alle norme vigenti (Bergamo, Verona e Firenze), per motivi d’ordine pubblico (Messina), aperti in extremis solo agli abbonati (Milano), e aperti a tutti (Torino, Roma, Genova, Cagliari e Palermo).

Dopo due settimane di stop e un minuto di raccoglimento durante il quale alcuni imbecilli hanno deciso di far sentire la loro presenza a Torino e Roma si torna al calcio giocato con un turno che ha riservato una conferma, qualche sorpresa e amare delusioni.

Partiamo dalle ultime, che riguardano i ragazzi di Zac, usciti dall’Olimpico con la quinta sconfitta negli ultimi sei incontri, e oramai alle soglie della zona calda. Il match contro la Reggina presentava molte insidie, la terza coppia gol più prolifica del torneo, un collettivo ben organizzato e dalle idee chiare; tuttavia i padroni di casa hanno avuto un buon inizio, con diverse occasioni potenzialmente pericolose e una traversa di Comotto.

Nella ripresa le emozioni più forti con i calabresi in vantaggio due volte con Bianchi, ripresi temporaneamente da Comotto; da sottolineare la prestazione non impeccabile di Abbiati, apparso incerto in alcune uscite e fuori posizione sul secondo gol, mentre Lazetic è apparso su di giri fino alla sostituzione, buono l’esordio dell’italo nigeriano Ogbonna, primavera dal grande fisico e con buona personalità. Il risultato più giusto sarebbe stato il pareggio anche alla luce di qualche episodio non proprio fortunato per il Toro, ma la contestazione finale a Zac è il segno di un rapporto incrinato tra mister e tifoseria alla vigilia di una serie di partite decisive per il prosieguo del torneo.

L’Inter fa 15, dopo aver battuto i record nazionali si lancia all’assalto di quelli continentali appannaggio di Bayern Monaco e Real Madrid; a Verona ha messo subito la partita in discesa l’imperatore Adriano, con un gol di potenza che ci ha riportato indietro di qualche anno, poi Crespo ha chiuso la partita con una rete viziata da un tocco con il gomito; poca cosa il Chievo anche se non chiedeva a questa partita i punti per risalire la china.

A San Siro esordio di Ronaldo nella ripresa, qualche scatto e un tiro dai 25 metri per il fenomeno tornato a Milano sull’altra sponda; il Livorno ha tenuto sulla corda i rossoneri per buona parte del match con una buona prestazione, una reazione immediata allo svantaggio di Gattuso con Lucarelli, Fiore apparso rigenerato dalla cura Arrigoni dopo la delusione di Torino; un missile di Jankulovski ha portato la squadra a due punti dal quarto posto.

La Roma si conferma seconda forza del torneo contro un Parma troppo inferiore per mezzi tecnici; Totti ha siglato la rete che lo porta in testa nella classifica dei calciatori italiani in attività più prolifici. L’Empoli si porta al quarto posto battendo al Renzo Barbera il Palermo, apparso con la testa ancora alla tragedia di Catania; da segnalare l’iniziativa di Zamparini che ha messo a disposizione il settore degli ospiti per le famiglie con bimbi al seguito, e bella l’immagine di una bimba che dona un fiore ad un agente in servizio ricevendo un bacio.

Tornando al pallone bella Fiorentina contro il suo ex tecnico Malesani nonostante la coppia d’attacco di riserva Pazzini – Reginaldo che non ha fatto rimpiangere i titolari; partita non indimenticabile invece a Bergamo, dove i due allenatori hanno saputo bloccare le idee avversarie senza trovare però il filo del gioco mostrato invece in altre occasioni.

La Samp batte l’Ascoli sciupando un rigore con Flachi in partenza, mentre a Cagliari bel pareggio con gol e spettacolo.

Chiudiamo con il derby siciliano a Messina, iniziato un’ora dopo per il terreno in pessime condizioni dovute a un nubifragio. E’ stata una bella partita con occasioni da entrambe le parti e pareggio giusto tra due squadre che avevano motivazioni diverse, i padroni di casa portavano all’esordio il tecnico Cavasin, mentre gli etnei avevano ancora negli occhi la tragedia che li ha colpiti da vicino.