"Il calcio, si sa, è fatto di cicli. Di Alchimie. Di storie di gioia e delusione. Di fatti, luoghi e persone che, talvolta, assumono connotati talmente tanto significativi da poter essere difficilmente descritti. Forse, usare l'attributo eroico per un giocatore di pallone, se si considera le numerose, e strazianti, difficoltà della vita reale, può parere eccessivo, ma, questa volta, ci si consenta di allargare il tiro e dedicare questo aggettivo al giovane Claudio Morra, attaccante saviglianese, ma giramondo, che ieri con uno splendido, e freddissimo, destro al volo in area, ha trascinato la Primavera del Torino in una finale Scudetto che mancava da vent'anni, da quando il suo allenatore, Moreno Longo, quella stessa partita la giocava da calciatore, opposto in campo ai cugini della Juventus, trascinati poi alla vittoria da un incontenibile Alex Del Piero.
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Toro, questa Primavera vuole fare la storia
Vent'anni dopo, il Torino torna in Europa ed i giovani ritrovano una finale Scudetto: un digiuno durato troppo, che Longo e i suoi vogliono interrompere nel migliore dei modi.
"Storie di un altro calcio, storie di un altro Toro, di un Toro che cresceva i propri talenti al Filadelfia e che li portava, in molti, moltissimi, casi, fino al palcoscenico della Serie A, come, del resto, accaduto proprio allo stesso Longo. Circostanza non casuale, se si considera che l'unico, peraltro marginale nella gioia della giornata, retrogusto amaro di una grandissima vittoria per 4-3 contro i campioni d'Italia della Lazio, merito della doppietta di Aramu, di un autogoal laziale e della provvidenziale zampata di Morra, potrebbe essere questa: pensare che a questi ragazzi, neppure ad un travolgente Gyasi, ieri vero uomo in più dei granata pur senza trovare la via del goal, o ad un incontenibile Barreca, stantuffo della fascia sinistra e protagonista in un ruolo che alla squadra di Ventura potrebbe servire come il pane, non sia ancora stata data un'opportunità nel calcio che conta.
"Poco male, oggi: in questi quattro giorni che dividono il Torino da una incredibile finale Scudetto (si scende in campo mercoledì alle 21 contro la vincente di Fiorentina Chievo, che si affronteranno questa sera) il vero calcio che conta è tutto lì, sull'erba un po' consumata dello Stadio Romeo Neri di Rimini, quello dove ieri sera, sostenuti da una grandissima tifoseria, la squadra di Longo ha raggiunto quella di Ventura in quanto a traguardi storici ed a graditisissimi ritorni. Dopo vent'anni, il Toro, questo Toro, ritrova l'Europa, con i propri giovani che tornano a giocarsi la possibilità di occupare il posto più alto ed ambito per un settore giovanile: la finale dello Scudetto Primavera. Vent'anni di digiuno, che Moreno Longo e i suoi vogliono interrompere nel migliore dei modi: cucendosi uno Scudetto sul petto, e regalandoci un'altra grande emozione.
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