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Di Cintio (avv. Diritto sportivo): “Playoff e playout la soluzione migliore”

Intervista TN / Le parole dell’esperto per comprendere le sorti di questa travagliata stagione calcistica

Andrea Calderoni

Il campionato finirà? Se non riprenderà come verranno decretati i verdetti? Qualcuno vincerà il campionato e nel caso quale squadra? Ci saranno le retrocessioni? Chi rappresenterà il calcio italiano in Europa? Gli interrogativi in queste ore si susseguono, considerato lo stop forzato delle attività calcistiche e sportive in tutta la penisola a causa dell’emergenza Coronavirus. Premesso che tali interrogativi riguardano un gioco e i giochi in questo momento sono messi in secondo piano rispetto alla salute delle persone, su Toro News abbiamo provato a fare chiarezza insieme all’avvocato Cesare Di Cintio, specializzato in Diritto sportivo.

Buongiorno avvocato, ieri si è tenuto il consiglio federale che ha ratificato le misure imposte dal decreto del premier Giuseppe Conte e così le attività in campo nazionale resteranno sospese fino al 3 aprile. Si è anche parlato del da farsi in vista del futuro. La prassi è stata rispettata?

“Tecnicamente è stato fatto tutto in maniera corretta. Lo statuto federale all’articolo 27 comma D prevede che sia il consiglio federale a decretare i meccanismi di promozione e retrocessione nei campionati, dopo aver interpellato le leghe e le componenti tecniche. Fino ad oggi non era mai stato necessario un intervento così drastico, ma complice l’attuale situazione di emergenza non si poteva fare altro”.

Fin qui, dunque, tutto secondo regolamento. Ora nel prossimo consiglio federale del 23 marzo cosa accadrà?

“Le diverse leghe professionistiche (Serie A, Serie B e Lega Pro) avanzeranno le loro proposte su come terminare il campionato. Le ipotesi messe sul tavolo al momento sono quattro, una in caso di sospensione, le altre tre in caso di interruzione anticipata delle competizioni”.

Partiamo dalla semplice sospensione, che quindi prevede il ritorno in campo dal 4 aprile in avanti.

“La sospensione, infatti, consiste semplicemente nello slittamento di alcune partite. Quindi, avverrebbe soltanto una nuova calendarizzazione che sarà vincolata dall’altro grande evento in programma questa estate, ovvero il Campionato Europeo. Proprio per questo la Figc parla di sfruttamento di tutte le date a disposizione dal 3 aprile al 31 maggio”.

Nel caso, invece, le cose a livello sanitario non dovessero volgere per il meglio nelle prossime quattro settimane, si entrerebbe nella prospettiva dell’interruzione anticipata della competizione. Ci può spiegare le tre ipotesi proposte dalla Figc?

“Parto da quella che preferisco sotto tanti punti di vista, ovvero quella che definirebbe la squadra vincitrice del campionato tramite i play-off e le formazioni retrocesse tramite i play-out”.

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Perché la ritiene migliore rispetto alle altre?

“Perché è la meno scorretta dal punto di vista giuridico. I play-off e i play-out mi appaiono la soluzione più affascinante e potrebbero rappresentare anche una soluzione in vista del futuro”.

Passiamo, invece, alla seconda ipotesi: cristallizzazione della classifica e assegnazione del titolo in base alla classifica attuale. Cosa non la convince?

“Svantaggerebbe chi è in lotta al vertice e nei bassifondi della classifica. Non avrebbe senso tenere in considerazione soltanto le prime 25 partite disputate da tutte le squadre. È a mio parere, tra le tre ipotesi, la più debole e sarebbe quella più attaccabile. Sarebbe la soluzione che innescherebbe più polemiche e a livello giuridico scatenerebbe moltissimi contenziosi”.

E sull’altra ipotesi, ovvero non assegnazione dello scudetto e comunicazione alla Uefa delle società qualificate per le coppe europee, qual è il suo pensiero?

Nemmeno questa sarebbe ottimale. Non è felice dal punto di vista sportivo, in primo luogo. Sono tutte naturalmente decisioni estreme, ma a mio giudizio quella meno invalidante riguarda l’assegnazione del titolo tramite play-off e play-out per la retrocessione in B”.

Tecnicamente come funzionerebbe la votazione per l’una o l’altra ipotesi?

“Il consiglio federale per esprimere un parere valido dovrà pronunciarsi con una maggioranza della tre quarti dei votanti. È richiesta, dunque, una maggioranza sostanziosa e cospicua, ma penso che, considerata l’assoluta emergenza, non si faticherà a raggiungerla”.

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Naturalmente, tutte le leghe dovranno prendere di concerto una decisione.

“Certo, perché sulle scelte della Serie A si fonderanno quelle delle serie cadette. La soluzione presa per la massima serie a cascata si rifletterà sulla Serie B e sulla Lega Pro”.

Passando all’ambito dilettantistico, molte società un po’ in tutta Italia stanno annunciando che non riprenderanno più l’attività sportiva per questa stagione, indipendentemente da quelle che saranno le scelte della Federazione. Tale atteggiamento sarebbe perseguibile nel caso in cui i campionati riprendessero?

“Io credo che fin quando è in gioco il bene primario della salute collettiva ogni richiesta di tutelare la propria salute è legittima. Dunque, in questo momento, nel quale l’emergenza per il Coronavirus è totale, una presa di posizione in questo senso non è perseguibile in alcun modo”.