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Fossati ricorda Marino Lombardo: “Ragazzo educato e stiloso, adatto al calcio di oggi”

Alberto Giulini

Le parole / L'ex terzino si è spento ieri a Trieste. In granata dal '67 al 76', vinse una Coppa Italia e lo Scudetto

Un lutto ha colpito ieri il mondo granata. Si è spento improvvisamente a settant'anniMarino Lombardo, terzino che ha vestito la maglia del Toro dal 1967 ed il 1976. Novantadue le presenze in maglia granata, impreziosite dalla vittoria della Coppa Italia del '71 e del celebre Scudetto del '76. A ricordare Lombardo le parole di Natalino Fossati, suo compagno di squadra a Torino: "Quando l'ho saputo ci sono rimasto di stucco, un colpo che non mi aspettavo. Sapevo che non stava bene, ma non pensavo che potesse morire d'infarto. Ho visto un paio di sue foto sul telefonino e mi si è stretto il cuore. E poi lui era molto più giovane di me, Cereser, Agroppi...".

UN TERZINO MODERNO - Nato come esterno offensivo, Lombardo si affermò in Serie A arretrando il suo raggio d'azione. "Ricordo che giocava sulla fascia destra, era un terzino fluidificante - racconta Fossati -. Non era un grande marcatore, ma sapeva farsi valere sotto l'aspetto della corsa. Sarebbe stato un giocatore moderno, ancor più adatto al calcio di oggi rispetto a quello degli anni passati: in un campionato dove si punta sempre meno sulla marcatura sarebbe stato veramente bravo. Aveva velocità ed un modo di giocare che gli permettevano di andare al cross e mettere molti palloni per gli attaccanti. Era un giocatore che piaceva agli allenatori".

INTELLIGENTE E STILOSO -"Era un ragazzo stiloso, sempre a puntino e ben vestito. Al giorno d'oggi - prosegue Natalino Fossati - sarebbe stato un figurino per l'abbigliamento. Ma era soprattutto un ragazzo educato, che non sgarrava ed arrivava sempre puntuale. Lo spogliatoio credeva in lui e Marino credeva nei compagni. Non parlava molto, era un ragazzo riservato ma si legava a quei giocatori, come Giorgio Ferrini, che avevano un carattere un po' diverso dal suo. Era grintoso, ma l'educazione superava la grinta e questo significa che era una persona intelligente. Lo ricordo con grande entusiasmo, quel ragazzo con i baffettini ed il ciuffo biondo che giocava sulla fascia".