mondo granata

Esclusiva TN: retrospettiva su Ferrini e Meroni

Ieri in occasione del lancio del nuovo sito, durante la puntata di Toro Scatenato Cristiana Ferrini ci ha portato una serie di oggetti appartenuti a due campioni che hanno fatto la storia del Toro e per sempre nei...

Gino Strippoli

"L'8 novembre è ricorso l'anniversario della morte di Giorgio Ferrini, capitano di mille battaglie. Il capitano morì nel 1976 esattamente 37 anni fa. L'abbiamo voluto ricordare noi di ToroNews insieme a Fischio d'Inizio con uno speciale tv andato in onda lunedì 18 novembre. Con noi in diretta anche Cristiana Ferrini, figlia del Capitano, Giorgio Navone , figlio del vicepresidente del Torino degli anni '60 – '70, e Elena D'Ambrogio Navone, scrittrice e tifosissima del Toro. Nel contempo abbiamo voluto ricordare anche la figura di Gigi Meroni attraverso la testimonianza di Giorgio Navone, suo amico. Durante la diretta tv hanno partecipato telefonicamente , Giorgio Puia, Angelo Cereser e Romano Fogli. Molti gli oggetti appartenuti ai due indimenticati granata che gli ospiti hanno portato in visione. Qui di seguito il mio ricordo su Giorgio Ferrini Grinta, Tenacia, Esuberanza, Generosità, Istintività : Il capitano per sempre, la bandiera granata. Ogni volta che vedo quelle immagini di quel famoso derby dove quell'Omar Sivori cercò di sbeffeggiarlo e irriderlo e lui simbolo del Toro e di tutti i tifosi reagire con veemenza, aiutato anche dal suo amico Rosato, accerchiato da tante maglie bianconere, ecco in quel momento mi sale l'adrenalina, mi incarno in Giorgio, mi sale la febbre granata e vorrei essere li in quel momento suo compagno e scudiero a combattere ogni battaglia. Ogni volta che vedo Giorgio così lottare nel campo ogni volta mi fa sentire fiero di essere del Toro. Non sempre Giorgio Ferrini è stato magnificato il giusto anzi spesso ha sempre pagato le conseguenze per altri , trattato con grande e gretta ipocrisia da tutti color che all'epoca non lo conoscevano affatto: il tema era sempre quello Ferrini troppo duro, Ferrini scarpone. I calci che Giorgio prendeva nessuno li metteva mai in conto.

"Nell'ottobre '69 contro il Milan in Coppa Italia il capitano aveva iniziato alla grande, al punto che Benetti l'ho colpì da tergo dopo aver perso l'ennesimo takle ma di quell'episodio nessuno ne fece cronaca.Anche in azzurro la sua sorte è stata amara: impiegato nel ruolo oscuro di marcatore del centrocampista avversario più temibile, lottò sempre allo spasimo senza mai tirarsi indietro. In Cile , ai mondiali, pagò per tutti senza essere colpevole. Eppure ogni allenatore lo avrebbe voluto in squadra perché sempre presente in ogni zona del campo, forte nel dribbling e generoso nei recuperi. Giorgio Ferrini è stato l'uomo e il calciatore che più ha incarnato lo spirito Toro. Mai arrendevole avrebbe sicuramente meritato la più completa esaltazione in un ambiente calcistico meno falso di quello italiano. Era un duro ma leale. Lo chiamavano il "mulo" per la caparbietà che sapeva esprimere in campo. Nereo Rocco gli diceva spesso: "avessi 11 uomini come te e dico uomini non giocatori il campionato non ci sfuggirebbe mai". Quando anni fa , circa 20, il Club Giorgio Ferrini di Castellamonte mi chiese di diventare il presidente mi si riempirono i polmoni di ossigeno granata fiero di portare avanti un nome cosi glorioso, di un uomo che dopo la sua amata famiglia ha speso la sua vita in granata, un esempio per i giovani, un uomo che ha sempre potuto guardarsi allo specchio senza mai arrossire. Lui "re Giorgio" ha tenuto ha battesimo tanti campioni granata: Pulici, Zaccarelli, Claudio Sala, Lombardo, Mozzini, Rampanti , Barbaresi, Pallavicini e tanti giovani che arrivavano dal settore giovanile in prima squadra e altri da altre società come Castellini, Ciccio Graziani, Pecci, Zecchini, Santin. A loro ha insegnato cosa voleva dire indossare la maglia granata ed è stato compagno fedele in campo di tanti cuori granata come Agroppi, Fossati, Poletti, Meroni, Rosato, Peirò, Sattolo, Puia, Bui, Ferretti, Albrigi,Cereser e altri ancora. Grazie Capitano, sanguigno il tuo giocare, non ti ho mai visto in campo alzare bandiera bianca ma anzi hai sempre issato il vessillo granata in ogni momento sia nelle vittorie che nelle sconfitte.