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Mick Wallace: “Cosa mi ha fatto innamorare del Toro? I tifosi”

Esclusiva TN / Mick Wallace, parlamentare irlandese, ci dice la sua sulla stagione del Torino: "L'Europa League non è importante, continuare a questo livello invece sì"

Federico Lanza

"Siamo in Irlanda. Caffè Cagliostro, nel quartiere italiano di Dublino. L'appuntamento è alle 8:30 ma la puntualità non è il mio forte. Arrivo poco dopo, mi presento e lui mi accoglie con un caffè e un cornetto. Rigorosamente italiani. La cosa che mi fa sorridere è che si era totalmente scordato della nostra chiacchierata che avevamo concordato tramite un rapido scambio di mail. Polo verde, jeans e una massa di capelli bianchi che gli scendono sulle spalle: questo è Mick Wallace, parlamentare irlandese divenuto famoso dopo essersi presentato ad una seduta con la maglietta del Toro, squadra per cui fa il tifo. Sopra l'ingresso del bar (di sua proprietà), una gigantografia degli Invincibili del Grande Torino. Di fianco, un poster della sua squadra di calcio giovanile, gli Wexford Youths il cui simbolo, manco a dirlo, è un toro.

"Ciao Mick! Iniziamo con una domanda facile. Dove e come nasce la tua passione per il calcio italiano e per il Torino particolarmente?

""Ho una sorella, Mary, che vive a San Mauro Torinese dal 1986. Sono venuto per la prima volta in Italia  per la Coppa del Mondo del 1990, dall'inizio alla fine. Ero con alcuni amici, otto se non mi ricordo male. Avevamo un camper e abbiamo guidato da nord a sud molte volte. Siamo andati a 15 partite, ci siamo divertiti moltissimo. Qua in Irlanda, invece, lavoro da molto tempo con il calcio giovanile: la mia squadra sono gli Wexford Youths. Quindi sì, sono un fan del calcio italiano dal 1990. Da quell'anno torno regolarmente. Vado spesso a Parma, a Genova, ho visto anche il Milan, la Juventus, ma diciamo che principalmente vado allo stadio per vedere le partite del Torino. Il motivo per cui, alla fine, ho stretto  questo profondo feeling con il Torino sono i tifosi. Il Torino è un club piccolo. Hanno una dimensione sociale, che combacia con la mia filosofia di calcio. Non contano solo i soldi, le vittorie; è molto di più. Le grandi società possono comprare il successo ma non possono comprare quello che ha il Torino, ovvero lo spirito e la passione che viene dalla persone. La parola che userei per descrivere la differenza tra Torino e Juventus è classe, che nessun milione potrà mai comprare. Ogni volta che vado a vedere il Torino e parlo con i tifosi, capiscono che questa non è una semplice squadra di calcio. Finora ho visto 15 partite di Serie A, che non è male per una persona impegnata come me (ride, ndr)".

"Ti saresti mai aspettato una stagione di questo livello?

""Sinceramente no, ma penso che la squadra sia diventata, giorno dopo giorno, sempre più forte. Trovo incredibile quanto forti siano diventati questi giocatori. Non penso sia solo per merito di Cerci ed Immobile, due attaccanti straordinari che giocano per il gruppo. Sono diventati una vera squadra sotto ogni punto di vista, e questo mi ha sorpreso. Sai, inizi la stagione cercando di evitare la retrocessione e a maggio ti ritrovi al settimo posto. Ovviamente, adesso la sfida più grande a riuscire a tenere quei giocatori che hanno fatto la fortuna del Torino. Qualcuno forse comprerà Cerci ed Immobile, forse no. Io ovviamente spero di no. Sono convinto, però, che sulla base di quello che la società ha costruito, questa squadra possa diventare ancora più forte il prossimo anno. Non so cosa pensi il Presidente, non so cosa lo guidi, quale sia la sua passione. Di solito la passione dei tifosi non è la stessa del presidente. Forse sono più importanti i soldi? Non lo so, vedremo!"

"Contro il Chievo, il Torino ha giocato male ma è comunque riuscito a portare a casa la vittoria. Un altro segnale di crescita?

""Quando una squadra è forte riesce spesso a fare il risultato, anche se gioca male. Quando non sei forte, è impossibile vincere se non giochi bene. E' un ottimo segnale. Quando una squadra diventa forte, i giocatori al suo interno sviluppano una mentalità vincente che li rende ancora più difficili da affrontare. E il Torino è diventato molto difficile da affrontare. Anche se non giochi bene, rimani sempre una squadra tosta. Ecco perché il Toro riesce a fare risultato anche se a volte non gioca benissimo."

"Cerci ed Immobile sono sulla lista del c.t Prandelli. Ad un mese dal Mondiale, quali sono le tue sensazioni?

""Se fossi il tecnico della Nazionale italiana, porterei Immobile. Non porterei Cerci. Penso che le qualità di Immobile siano molto più utili alla vostra Nazionale. Cerci è davvero un grandissimo giocatore, ma penso che Immobile, al momento, abbia molto più da offrire. Se mi avessi fatto questa domanda prima di Natale, probabilmente avrei detto Cerci. Se fossi Prandelli, sarei molto più impressionato da Immobile al momento. Qualsiasi giocatore ha il potenziale per fare bene; è una sfida per l'allenatore cercare di ottenere il meglio da loro. E Ventura e Prandelli sanno come tirare fuori il meglio da ognuno. Puoi comprare un giocatore per trenta milioni e magari non fa nulla. Puoi prendere un giocatore a zero, e fargli segnare 20 gol. La cosa più importante del Toro, che ho personalemente notato, è che si tratta di un gruppo molto unito. Quando giochi con il giusto spirito e la giusta unità, ogni giocatore risulterà più forte individualmente. Sembrano tutti giocatori molto costosi, ma sappiamo che non è la verità. Questo perché? Perché il calcio è un gioco di squadra."

"Un grave problema che affligge il calcio italiano è la violenza negli stadi e il razzismo. Sappiamo tutti a fine maggio cosa è successo a Roma durante la finale di Coppa Italia. A te a parola.

""Negli ultimi 30 anni, sai quante persone sono morse in Brasile a causa del calcio? 250! Quando delle persone muoiono prima, durante o dopo una partita di calcio, il problema non è il calcio in sé, ma i problemi sociali. Le persone violente trovano nel calcio una grandissima cassa di risonanza, una valvola di sfogo per esprimere i loro problemi. E' sempre terribile quando succede ma se si vuole fermare questo fenomeno, non si deve toccare il calcio, ma bisogna fare i conti con i problemi sociali. Bisogna introdurre più giustizia sociale. Chi pensa che il calcio sia la fonte di tutti i mali, sbaglia gravemente. L'Italia davanti a sé ha molte sfide; so che alcune persone nelle tifoserie sono affiliate alla mafia e altre organizzazioni. Dialogare con loro ed arrivare ad una soluzione è una grande sfida per il vostro paese ma è così anche in Irlanda, non è un problema solamente italiano. Anche noi abbiamo i nostri problemi, tanti problemi, ma non necessariamente li portiamo allo stadio."

"Ma se tutti i paesi europei hanno gli stessi problemi, come spieghi le differenze tra gli stadi italiani, datati, scomodi e poco affollati, con quelli inglesi, ad esempio?

""Non vado spesso a vedere partite della Premier League, ma quando vado in Inghilterra rimango sempre impressionato. Non dalla qualità del gioco, ma dalla volgarità e dalla violenza che spesso si vede. Non sono di parte in questo giudizio, davvero. Quando sono a Torino, noto passione e un'atmosfera sana che non ho mai ritrovato in nessuno stadio inglese. Spesso, in Inghilterra, ci sono molte risse e scontri al di fuori dello stadio e nessuno ne scrive sui giornali. Se lo facessero, i problemi semplicemente aumenterebbero. Fingono che non succeda. Ma vedi, anche l'Inghilterra han questo tipo di problemi! Perché gli stadi inglesi sono pieni e quelli italiani non tanto? Ci sono tante ragioni: in Italia, prima di tutto, gli stadi non sono comodi. In Inghilterra, hanno ricostruito tutti gli stadi, li hanno resi più confortevoli ed è il luogo perfetto per un giornata di svago lontano da casa. L'Italia deve rinnovare gli impianti che sono vecchi di 25 anni. Sotto questo aspetto, dovrebbero prendere esempio dalla Juventus."

"Grazie Mick per il tempo che ci hai concesso e sempre forza Toro!

""Grazie a voi e sempre forza Toro anche da Dublino!"