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Tanti auguri Italia, ora ti riscopri più unita

386014 01: Teenagers play a game of handball February 26, 2000 in New York City. Handball, a game of little equipment and simple rules, has been played by young and old New Yorkers for generations. (Photo by Spencer Platt/Newsmakers)

Il commento / Intonando canzoni sui balconi, facendo donazioni agli ospedali e cercando di sostenere i tuoi nuovi eroi. Medici, infermieri, operatori sanitari e ostetriche. Sono loro i tuoi nuovi partigiani, che nella trincea degli ospedali stanno...

Roberto Ugliono

Tanti auguri Italia. Oggi sono 159 anni di divisioni e di Unità. Da quando i Mille sono sbarcati a Marsala a oggi hai sempre saputo compattarti solamente difronte a un nemico comune. Come spinta da un orgoglio che poi, nella normalità, fugge e si mette in secondo piano.

Furono le guerre prima a unirti. Quando la dittatura nazi-fascista ti piegava, tu resistevi e non ti spezzavi. In quegli anni difficili hai saputo portare al cielo un tricolore che fino ad allora non aveva mai rappresentato con così tanta veemenza la tua unione. Una bandiera prima sventolata da partigiani nella lotta al tuo nemico, al tuo oppressore. Poi impugnata con orgoglio da una popolazione quando sei stata liberata. Un momento di gioia nazionale che durò poco, perché terminato il conflitto mondiale tu Italia ti sentivi ferita nell’orgoglio. All’estero nessuno ti guardava come nazione che si era liberata da una dittatura.

Allora fu lo sport a ridarti quella fierezza che le lacerazioni della Seconda Guerra Mondiale ti avevano tolto. Nel ciclismo Bartali vinse il suo secondo Tour de France nel 1948, proprio in una terra che non ci guardava di buon occhio, memore delle azioni della dittatura fascista. Intanto il GrandeTorino faceva innamorare tutta la nazione, dando un messaggio di speranza al popolo. Una squadra che seppe unire tutti. Una squadra che fece piangere tutti quando si schiantò a Superga quando tornava dall’amichevole con il Benfica. La sua grandezza divenne famosa in tutto il mondo. Dall’Argentina all’Inghilterra, dove gli inventori del calcio stavano pensando a un’amichevole tra la propria Nazionale e il Grande Torino, per dimostrare di essere ancora loro i più forti.

Poi vennero il terrorismo e la mafia, due nemici che ti unirono ancora una volta. Due nemici che portarono gli italiani a formare un fronte unito contro i pericoli interni che rischiavano di far collassare un paese. Tu, Italia, non ti sei mai arresa. E seppur con molte divisioni interne, hai saputo riconoscere anche questa volta i tuoi eroi. Aldo Moro, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino divennero i volti di una nazione che ancora una volta non si piegava difronte ai propri nemici. E non finirono lì i nemici e le umiliazioni. Da Tagentopoli ai bunga-bunga hai sempre saputo unirti, portando con orgoglio all’estero la tua cultura e dimostrando di non essere quel Paese corrotto.

Un orgoglio che ti ha portato a urlare a Berlino che siamo “quattro volte campioni del Mondo”. Gridando in faccia ai quei tedeschi che tanto ti bistrattavano e ti dipinsero come una Nazione di pizzaioli e mafiosi. Quel 2-0 a Dortmund li ferì, ma chissene frega. Ciò che più conta è che per le strade non c’era più un popolo diviso dalle faccende di Calciopoli, ma un’Italia unita dal tricolore e dalla maglia azzurra. Così come successe il 9 luglio a Berlino, quando tutta la Nazione si era riversata in piazza e al rigore di Grosso ha urlato il proprio orgoglio di essere italiana.

Ora c’è un altro nemico. Forse il più pericoloso mai affrontato. Questo non indossa una divisa, non ha una bandiera e non combatte per ideali. Questo nemico colpisce tutti. E allora ecco di nuovo che tu, Italia, ti sei riscoperta unita. Intonando canzoni sui balconi, facendo donazioni agli ospedali e cercando di sostenere i tuoi 'nuovi' eroi. Medici, infermieri, operatori sanitari e ostetriche. Sono loro i tuoi partigiani, che nella trincea degli ospedali stanno lottando con tutte le loro forze per salvarti. Una nazione che fino a poche settimane fa continuava a dividersi con cori beceri e insulti pubblici. Ora, davanti a un nemico che spaventa tutti, siamo di nuovo insieme. Divisi fisicamente, ma uniti ideologicamente. Pronti a sostenere chi sta mettendo a rischio la sua vita tutti i giorni con un coraggio encomiabile per salvare quella degli altri.

Nel tuo 159° anniversario, tanti auguri Italia. E quando tutto questo finirà, ricordati dei tuoi eroi, ricordati dei balconi, ricordati che – nonostante le divisioni politiche e geografiche – in questi momenti hai saputo fare fronte unito. D'altronde nelle tue battaglie hai sempre imparato la lezione.