Un'altra delle grandi notti che ha scavato un solco profondo nella storia del Torino. L'ha fatto, come il destino granata ha ormai insegnato a sopportare, attraverso le grandi lacrime di chi aveva creduto davvero di poter vincere in casa dell'Ajax dopo un 2-2 all'andata al Delle Alpi che aveva costretto i granata ad una vera e propria impresa.
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Ajax-Torino 0-0, tre legni che rendono una notte storia
Memorie granata / Il 2-2 dell'andata condanna i granata per la regola dei gol in trasferta. Il sogno di una città si spegne contro il destino
Fu un'impresa che non si concretizzò, ma si infranse sui celeberrimi tre pali colpiti da Casagrande, Mussi e Sordo, simboli inevitabili dell'ennesima beffa di una sorte annoiata, divertita a illudere e poi mortificare le speranze ed i sogni di un intero popolo - quello granata - che così lontano in Europa mai c'era arrivato.
E come se non bastasse, a segnare ulteriormente quell'identità arrivarono parole e gesti che racchiudono in sé tutto ciò che di magnifico e terribile il Toro come nessun altro porta con sé: la sedia alzata da Mondonico, dopo che l'arbitro non ebbe fischiato un rigore a Cravero, eterno gesto di romantica ribellione al fato, e le parole di Cravero, dipinte da delusione e scoraggiamento: "Siamo una squadra maledetta".
Mai più il Toro si sarebbe neanche avvicinato a quei risultati. Per questo il rammarico di quella partita e la consapevolezza di essere arrivato a tre legni dalla Coppa UEFA vive ancora oggi, sotto la forma di una nostalgia vagamente ingiallita ma per sempre ormai parte del patrimonio genetico granata.
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