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Bremer, De Ligt e i criteri per i falli di mano: analogie e differenze tra gli episodi

Focus on / In entrambi i casi c'è un movimento del braccio verso il pallone

Silvio Luciani

"Perché De Ligt no e Bremer sì? In tanti avranno pensato al Derby della Mole quando hanno visto La Penna assegnare il penalty contro il Torino. Sarebbe interessante ascoltare la comunicazione tra Chiffi e il direttore di gara, così come è nota la conversazione in occasione del tocco di mano di De Ligt: "È attaccata al corpo". In realtà i due episodi sono simili e dimostrano l'incoerenza del metro seguito dagli arbitri in queste situazioni.

ZONE GRIGIE - Quando Rizzoli ha illustrato i cosiddetti criteri geometrici, ovvero la posizione delle braccia in cui il tocco di braccio è punibile o meno, ha definito situazioni simili all'apertura del braccio di De Ligt e quella di Bremer come "zona grigia" in cui sarebbe pesata la discrezionalità dell'arbitro.

DIFFERENZE - Se non è punibile il rigore di De Ligt, è difficile spiegare come sia punibile il rigore di Bremer, che a differenza del collega bianconero cerca anche di nascondere il braccio sul cross di Stepinski. Il gomito colpisce il pallone ma la posizione non è innaturale e soprattutto non aumenta di troppo il volume del corpo. Stesso motivo per cui Rizzoli ha giustificato il rigore non assegnato ai danni di De Ligt: il braccio era attaccato al corpo, ma Doveri e La Penna hanno preso due decisioni opposte.