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Cairo e Commisso: fronte comune sui diritti tv, ma quante differenze nella gestione

A confronto / L'incontro ad agosto con Cairo e l'ambizione di rivoluzionare la Fiorentina con investimenti strutturali: ecco chi è Rocco Commisso, l'eccentrico patron Viola

Nicolò Muggianu

Erano i primi di giugno quando la famiglia Della Valle, all'apice della contestazione e con una Fiorentina salvatasi dal baratro della Serie B soltanto all'ultima giornata, vendeva la Viola a Rocco Commisso. L'arrivo del magnate americano, proprietario e fondatore del colosso della comunicazione USA Mediacom, fu accompagnato inizialmente da qualche dubbio: già vicino all'acquisto del Milan nel 2018 prima del controllo di Elliott, Commisso venne accolto tra la diffidenza della stampa nazionale.

AMBIZIONI - L'imprenditore italo-americano, nativo di Marina di Gioiosa Ionica in Calabria, fu però molto bravo a far ricredere subito tutti. Dopo aver dato le garanzie economiche del caso ed aver versato 165 milioni di euro nelle casse della famiglia Della Valle per l'acquisto del club, si fece conoscere alla cronaca per il suo carattere eccentrico e le sue grandi ambizioni. Sin dalla presentazione al Franchi, il patron Viola non nascose infatti la sua volontà di far tornare la Fiorentina ai vertici del calcio nostrano; con un solo vincolo: "Ci vorrà del tempo". Il progetto di Commisso però è ambizioso e così, dopo un mercato caratterizzato dalla conferma di Chiesa e l'arrivo in pompa magna di Ribery, adesso si comincia a fare sul serio. La volontà del patron Viola è quella di operare imponenti investimenti strutturali, a partire da un centro sportivo dal valore di 70 milioni di euro sulla falsa riga del modello americano e dei NY Cosmos; altra società calcistica di cui è proprietario. Le premesse sembrano ottime, ma soltanto il tempo dirà i risvolti che il progetto a stelle e strisce intrapreso dalla Viola avrà sul campo.

L'INCONTRO - E proprio il campo domenica prossima sarà giudice dei primi verdetti, con un Torino-Fiorentina che non sarà solo la prima di Commisso contro il Torino, ma anche uno scontro diretto tra due squadre che hanno estremo bisogno di punti per rivitalizzare una stagione sin qui deludente. Totalmente diversa la storia recente dei granata, reduci da un'operazione di consolidamento dell'attuale rosa, e quella dei viola, che nell'ultima estate hanno rivoluzionato la squadra. Sugli spalti invece, il patron Viola - presente al Franchi per il match di Coppa Italia vinto contro il Cittadella - avrà modo di incontrare Cairo. I due, ad onor del vero, avevano già avuto modo di conoscersi e confrontarsi lo scorso 2 settembre, quando Commisso fu intercettato da alcuni cronisti all'uscita dagli uffici milanesi del presidente granata. Sul tavolo nessuna trattativa di mercato bensì il tema dei diritti tv, molto caro ad entrambi, e più in particolare la richiesta di danni di Fiorentina e Torino a IMG per un ammontare complessivo di 409,4 milioni (rispettivamente 241,6 e 167,8) di euro.

IL PARAGONE - Ad unire i due, oltre a questa spinosa questione, anche gli affari nel mondo della comunicazione: "Ho incontrato Cairo - disse in quell'occasione Commisso - è stato un bel meeting in cui ci siamo conosciuti meglio. È un uomo capace e ci tenevo a conoscerlo meglio visto che anche lui è un imprenditore nel mondo della comunicazione e delle televisioni". Mondi simili insomma, ma modi diversi di interpretare l'imprenditoria e di vedere il business nel calcio. A partire dal grande decisionismo di Commisso sulle strutture sportive, che risalta ancora di più se messo a paragone con il Torino di Cairo che affitta Filadelfia e stadio Olimpico e da oltre tre anni e mezzo aspetta di far partire i lavori sul Robaldo aggiudicato in concessione.