toro

Club Brugge – Torino: teatro del Rinascimento

Granata in Trasferta / La prima europea nel girone, per i granata nella Bruggia dantesca

Redazione Toro News

"A volte capita che si percorrano lunghi chilometri, oltrepassando montagne e paesi stranieri per ritrovarsi davanti a sé stessi, alle proprie origini. Questo è quanto accadrà a tutti quei tifosi che metteranno piede a Bruges seguendo il Toro in Europa League: quest'incantevole cittadina medioevale patrimonio dell'Unesco, costruita tra canali e vecchie pietre, ha infatti a suo modo caratterizzato la cultura italiana in uno dei suoi snodi più cruciali.

"Città a vocazione mercantile fin dalla notte dei tempi, "Bruggia" (così chiamata da Dante e dagli italiani del suo tempo) era uno dei cuori pulsanti di un'Europa medioevale che ricominciava a costruire, a creare e a commerciare. Come tale ebbe i suoi banchieri e i suoi commercianti integrati nelle maggiori città conosciute, soprattutto in Italia dove concorse a suo modo alla grande rivoluzione artistica e culturale nota con il nome di Rinascimento. Non può infatti essere dimenticato come le relazioni tra le città italiane e quelle fiamminghe giocarono un ruolo di primo piano nell'avvio di quella straordinaria stagione: fu proprio nelle Fiandre che venne perfezionata la pittura a olio – tecnica pittorica rapidamente appresa dai maestri italiani dalla seconda metà del '400 – da cui partì una vera e propria rivoluzione pittorica. L'arrivo a Firenze di una di queste opere, il "Trittico Portinari" di Hugo van der Goes, rappresentò uno shock culturale per un'intera generazione di artisti, una sfida a raggiungere e perfezionare quella pittura così luminosa che da Bruges stava conquistando l'Europa.

"Un altro grande maestro con bottega a Bruges, Jan van Eyck, dipinse invece il famoso e misterioso dipinto "I coniugi Arnolfini": una coppia italiana stabilitasi a Bruges e ritratta secondo il gusto fiammingo; una vera incarnazione artistica di quel movimento di merci e di persone che stava, in pochi anni, cambiando l'Europa. Altra controprova della vicinanza della città fiamminga all'Italia è la Madonna scolpita da Michelangelo e ancora oggi visibile nella Chiesa di Nostra Signora di Bruges. Il Rinascimento, in sintesi, non fu il frutto di una società isolata e autoreferenziale, ma il risultato di una serie di mescolanze, di comunicazioni e di idee capaci di girare l'Italia e l'Europa; un risultato possibile grazie anche all'apporto della città di Bruges.

"Così, non bastasse questo per rendere interessante una trasferta in Fiandra, l'avversario calcistico che si contrappone al Toro rende il viaggio doppiamente stimolante. Il Club Brugge è infatti una di quelle vecchie squadre da aristocrazia (forse un po' decaduta) del calcio europeo, carica di storia e di trofei. Fondato nel 1891, il club nerazzurro detiene il record di Coppe del Belgio vinte (10) e di Supercoppe (13), nonché vanta numerose partecipazioni a competizioni europee.La squadra era nota con il nome francofono di FC Brugeois; solo dal 1972 assunse il nome attuale: una scelta dettata da radici profonde, emblematica per molta della storia recente del Belgio. La rivoluzione ottocentesca che fondò il Belgio pose la nazione sotto l'egemonia linguistica e culturale francofona, relegando in secondo piano la lingua fiamminga e la sua identità. Fu solamente a partire dagli anni '60 del '900 che il fiammingo riprese vigore e dignità diventando dichiaratamente una delle due anime portanti del Belgio; in questo contesto il passaggio da un nome francofono a uno fiammingo per uno dei club più titolati del calcio belga, mostra come questo sport sia tutt'altro che isolato rispetto alla società da cui prende vita.

"Oggi il Club Brugge rappresenta egregiamente questo Belgio fatto di due anime: è infatti una squadra fiamminga con in panchina un allenatore "vallone" (quindi francofono), Michel Preud'homme, già portiere della nazionale belga e vincitore del Premio Yashin come miglior numero 1 ai mondiali del 1994. Un portiere tra i più forti dei primi anni '90, quando con il suo Malines resistette al Milan di Sacchi fino ai supplementari (quella sera Preud'homme fu grande protagonista con due interventi su Massaro e due su Van Basten). Così come il suo allenatore anche il Club Brugge vanta esperienza in Europa: varie le sfide contro squadre italiane (Milan, Juventus e Roma), mentre contro il Toro si ricorda un'amichevole estiva con tanto di presentazione ufficiale della squadra granata prima della partita.

"Va ricordato inoltre che nella sua storia europea il Club Brugge riuscì a sfiorare sia la Coppa Uefa (1976) sia la Coppa dei Campioni (1978): in entrambi i casi fu sconfitto in finale dal Liverpool. Tra le due forse bruciò maggiormente la finale di Uefa, quando i fiamminghi persero ad Anfield all'andata e videro alzare il trofeo dagli inglesi dopo un pareggio (1-1) nello stadio di casa,"Jan Braydel", lo stesso in cui giocherà il Toro. Un impianto rimodernato per Euro2000 e, in quei giorni, teatro di un quarto di finale thrilling tra Francia e Spagna: una partita decisa da un calcio di punizione capolavoro di Zidane e da un rigore fallito da Raul.

"Bruges è quindi terra capace di accogliere maestri e capolavori: dalla pittura rinascimentale alla punizione di Zidane, dalla bravura dei suoi mercanti all'esperienza di Preud'homme: immersi in un'atmosfera fortemente suggestiva i granata esordiranno in Europa, dopo tanti anni, in un luogo carico di ricordi e memorie. A Torino, va ricordato, due opere di van Eyck fanno già bella mostra nei musei cittadini; aggiungerci idealmente dei punti strappati al Club Brugge non sarebbe affatto male.