Gli effetti della tessera del tifoso

di Gianluca Sacchetto

Da Modena a Modena. Tre mesi fa contro il Sassuolo era arrivato l’ultimo successo della stagione passata, nel ritorno della semifinale playoff. Ieri, invece, nel quarto turno di B i granata hanno raccolto la prima vittoria del campionato in corso, come la volta precedente per 2-1 e con un gol siglato nelle primissime battute di gara. Dal punto di vista strettamente calcistico sono, quindi, molte le analogie tra le due partite.

Di completamente differente c’è, invece, neanche a dirlo, la questione legata al pubblico. Quel 6 giugno fu un vero e proprio esodo da parte della tifoseria granata: in 5mila si presentarono al Braglia, per spingere il Toro verso la finalissima e un possibile ritorno nella massima serie. Una Maratona compatta e ruggente, capace di far sentire la squadra di Colantuono a casa.

Tre mesi dopo, invece, tutto ha un sapore diverso. L’introduzione della tessera del tifoso ha cambiato il modo di vivere il calcio, ha costretto molti a modificare le proprie abitudini. La stragrande maggioranza la ritiene una restrizione della libertà personale e ha deciso di non farla. Questo comporta, come ben noto, il divieto di accedere al settore ospiti e ieri al Braglia esso era tristemente vuoto o quasi. Meno di cinquanta erano i supporters granata al seguito, dotati di tessera del tifoso. Mentre negli altri settori, l’obbligo di essere residenti in Emilia per poter acquistare il biglietto ha fatto il resto. Divieti che diventeranno sempre più rigidi in questa stagione.

Niente più Maratona itinerante quindi, niente più sciarpate e sbandierate. Questo sarà il calcio moderno, il calcio che ai piani alti hanno fortemente voluto. Siamo sicuri che ai bambini, gli spettatori del domani, quelli che spesso invece di guardare la partita stavano per minuti interminabili a fissare la Maratona, questo calcio piaccia?