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Il bunker-Toro si salva dalla B con molta fortuna: non c’è nulla da festeggiare

Gino Strippoli

La squadra di Nicola ottiene la salvezza con fatica. Dopo il pareggio contro la Lazio quale sarà il futuro dei granata?

Missione compiuta per Davide Nicola e per i suoi ragazzi. La salvezza è stata raggiunta con una giornata d’anticipo grazie ad un attenta difesa, un vero bunker, con Mandragora che è diventato il quinto difensore, ma anche con tantissima fortuna. Per una volta tutto è girato per il verso giusto per i granata. Infatti i brividi per la compagine granata sono corsi per tutti i 96 minuti di gioco con la Lazio che ha giocato pressoché sempre nel centrocampo del Toro, schiacciandolo, ma trovando pochi spazi per essere davvero pericolosa per tutto il primo tempo. Poi nei secondi 45 minuti i biancocelesti quando hanno accelerato la manovra sono diventati molto pericolosi conquistando un rigore che tirato da Immobile è andato a infrangersi sul palo e poi ancora un palo di Lazzari nel finale. Ma oltre ai due pali gli uomini di Inzaghi, che hanno cercato a tutti i costi la vittoria, hanno sì creato altre occasioni importanti ma hanno trovato sulla loro strada un ottimo Sirigu, davvero sugli scudi, che ha parato tutto e di più.

I miracoli il portiere granata li ha realizzati su un tiro di Luis Alberto, poi su Lulic e infine la parata più importante su un tiro di Escalante. Poi ci sono stati i salvataggi di Nkoulou su tiro di Muriqi e di Izzo su Immobile. Insomma la difesa ha retto è non è cosa da poco visti i gol subiti nelle due precedenti partite. L’ultimo brivido per conservare il punto salvezza è arrivato all’ultimo minuto di gioco quando Bremer si è scontrato in volo con Muriqi. Un episodio che a dire il vero è sembrato più rigore di quello che era stato dato in precedenza, ma che per fortuna l’arbitro ha deciso per il nulla di fatto. L’unica vera occasione per i granata è nata al 70’ con un bel duetto tra Belotti che di testa dà a Sanabria che fa un quasi capolavoro, difendendo palla e tirando poi talmente bene che il pallone ha colpito il palo. L’avesse calciata un po' più sporca sarebbe sicuramente andato in gol.

Al di là della cronaca e della salvezza raggiunta, la partita di martedì ha espresso per i granata quello che già si sapeva: ovvero che questa squadra è da rifondare perché oggi come oggi l’organico attuale non ha un futuro. Le manchevolezze tecniche sono evidenti. Alla fine della partita tutti i granata hanno festeggiato la salvezza raggiunta. Per certi versi lo si può capire per altri no perché ad oggi questa è un'altra stagione fallimentare, dove non c’è nulla da festeggiare se non il bravo Nicola che ha saputo centrare il suo obiettivo. Quale futuro dunque? Il fallimento di Cairo e Vagnati è sotto gli occhi di tutti e quando dopo la partita è stato chiesto al presidente il futuro di Belotti e Nicola. lui con evidente imbarazzo ha risposto che li incontrerà per vedere cosa fare. Già, perché con Vagnati che è stato confermato vedrà come fare per apportare quegli aggiustamenti che sono mancati alla squadra.

Ecco che mi viene spontaneo fare una riflessione: come apportare aggiustamenti? Questa squadra è da rifondare profondamente. In teoria si dovrà trovare un portiere titolare e uno di riserva, poi almeno tre centrali difensivi a patto che si tenga Bremer, poi almeno due esterni bassi, un centrocampo da rifare. Servono poi almeno 4 nuovi centrocampisti e vedremo se si riuscirà a riscattare Mandragora, poi per la fase d’attacco se rimarrà Belotti a far coppia con Sanabria serviranno altri due attaccanti veri. E e vogliamo almeno mettere due fantasisti? Molti degli attuali giocatori hanno le valigie pronte secondo me: Sirigu, Nkoulou, Lyanco, Zaza, Izzo, Ujkani poi gli interrogativi su Mandragora, Belotti, Bremer, Singo a cui si aggiungono i prestiti di Murru e Bonazzoli e i fallimenti di Linetty e Rodriguez. Senza dimenticare i ritorni dai prestiti di Meitè, Segre, Ola Aina. A questo proposito i dubbi per la costruzione di una squadra che sia veramente competitiva sorgono eccome. D'altronde si è visto in questi anni quale sia stata la programmazione societaria. Vien solo da pensare che questa presidenza e l’attuale dirigenza arrancheranno ancora sul mercato e i tifosi troveranno ancora una volta un Toro che si batterà fino all’ultima giornata per la salvezza. Inutile nascondersi: non si intravede un grande futuro per questo Toro.