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Il Torino e l’ennesimo avvio lento: troppa pazienza è controproducente

Gianluca Sartori

Carpi-Torino 2-1 / In otto partite ufficiali, sei volte il Torino è stata la squadra a subire gol per prima. C’è troppa sicumera, non sempre le rimonte riescono

"Fin dalle prime battute di questo campionato si dice e si ripete che la maggior perplessità che il Torino del Ventura-quinquies desta consiste nelle famose partenze “diesel”. Si è sostenuto che non fosse un caso che Glik e compagni fossero andati sotto nel risultato in tutte e tre le prime giornate di campionato (e anche nel match di Coppa Italia contro il Pescara). L’avvio da grande squadra contro la Sampdoria, alla quarta, sembrava poter accantonare la questione. E invece si è arrivati alla sosta di ottobre con una non esaltante statistica: in sei incontri ufficiali su otto, il Torino è stata la squadra a passare in svantaggio per prima.

"VENTI MINUTI BUTTATI - Una tendenza che ha trovato conferma anche contro il Carpi. Al “Braglia” di Modena si è visto di nuovo un Torino narcotizzato nei primi 20-25 minuti. Ad un certo punto Maxi Lopez ha suonato la sveglia e la squadra ha preso campo creando delle occasioni da rete. Ma dopo l’intervallo inspiegabilmente è mancato qualsiasi tentativo di cambio di ritmo, e anzi, è stato il Carpi che ha compreso quale era il momento per giocarsi il tutto per tutto.

"SOLO TRE RETI NEI PRIMI TEMPI - Se poi si considera che dei 12 gol segnati solo 3 sono arrivati nei primi tempi, risultano doverose alcune constatazioni. Il Torino di questo avvio di stagione dà la sensazione di essere fin troppo consapevole delle proprie qualità, che ci sono e sono importanti. Ma in Serie A, se regali anche solo uno spezzone di partita, rischi di pagare dazio. Sei volte su otto in svantaggio e solo tre gol nei primi tempi: sono dati che fanno pensare che il Torino, quando scende in campo, tende a pensare di poter gestire la partita a proprio piacimento, nella convinzione che tanto, prima o poi, una rete la si trovi.

"Purtroppo non sempre le cose girano come si vorrebbe e non sempre le rimonte riescono. Per fare il salto di qualità, occorre capire quando è il momento di accelerare e quando è il momento di gestire le forze. Essere “pazienti” e “maturi” va bene, aspettare con calma i varchi lasciati dagli avversari è ottimo, ma arrivati a un certo punto diventa controproducente perché le partite poi scivolano dalle mani anche quando sono alla portata. Lo schiaffo di Modena può e deve servire per capirlo.

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