"Il Torino è uscito dallo stadio Luigi Ferraris con una sconfitta, dopo i 5 gol presi in casa contro il Napoli: il Genoa non è stato di certo un avversario impossibile da affrontare, tanto meno letale come il Napoli, ma nonostante questo i granata non sono riusciti a portarsi a casa neppure un punto e soprattutto hanno offerto un'altra prestazione inadeguata sotto il profilo della concentrazione e del livello agonistico. Guardando il confronto tra i due allenatori, si può riconoscere che Ivan Juric sia riuscito a dare l'impronta che desiderava al match, in modo tale da assicurarsi una vittoria fondamentale ai fini della classifica, che rischiava di diventare insidiosa per i rossoblù, favorito comunque da un Torino del tutto assente che gli ha spianato la strada.
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Genoa-Torino, il gruppo non risponde a Miha: la testa è altrove
Testa a Testa / Juric presenta una squadra impaurita ma pronta a lottare, Miha un'accozzaglia di giocatori senza grinta e voglia. Il ritiro punitivo non è servito
"VELOCITÀ - Non è stato certo un Genoa trascendentale, quello visto ieri a Marassi: la squadra di Juric era visibilmente impaurita e poco sarebbe bastato per metterla in difficoltà, come dimostra il baricentro basso tenuto dai grifoni per tutta la partita. Quel poco che, però, non è mai arrivato. Il tecnico croato è comunque riuscito ad azzeccare le scelte di formazione (Lazovic e Laxalt hanno fatto il bello e il cattivo tempo sulle fasce), e inoltre la scelta di puntare su un Simeone non al meglio ha dato i suoi frutti. Soprattutto, perlomeno Juric ha presentato una squadra pronta a lottare su ogni pallone, a metterla sullo scontro fisico e a far capire agli avversari quant'era grande la voglia di portare a casa i tre punti.
"SCELTE E CAMBI - Rivedibili, Mihajlovic e Lombardo, anche nelle scelte iniziali: le coppie sulle fasce (De Silvestri e Iturbe da una parte e Avelar e Boyè dall'altra) erano assolutamente inadeguate, incapaci di spingere e molto perforabili in difesa. E si è visto benissimo durante la partita. Per quanto riguarda i cambi, forzato quello dell'infortunato Baselli, Lombardo si è limitato a inserire i due giocatori offensivi di maggiore qualità di cui disponeva, ossia Maxi Lopez e Iago Falque, passando a un 4-2-4 offensivo con Ljajic arretrato sulla linea dei centrocampisti. Non sempre, però, basta inserire un attaccante in più, quando non ci sono voglia e cattiveria. E se il ritiro punitivo avrebbe dovuto assicurare una partita seria, questa a Marassi non c'è stata: ora Miha dovrà riflettere accuratamente sul come gestire l'ultima settimana di stagione e presentare, per l'ultima gara contro il Sassuolo, una squadra accettabile.
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