L'Atalanta è e resta un modello nonchè la squadra rivelazione della Serie A per quello che sta facendo da tre anni a questa parte, ma la vittoria del Torino contro gli orobici ha un significato che va oltre la singola partita e il singolo momento della classifica, che al momento certamente sorride. Perchè può e deve essere la vittoria della svolta, del salto di qualità, quello che era sempre mancato negli ultimi anni. Se lo sarà davvero lo diranno le prossime tre partite contro Chievo, Frosinone e Bologna, nelle quali il Torino può e deve porsi l'obiettivo di fare nove punti. Intanto però c'è tutta una serie di indizi positivi: il ritorno al gol di Falque, la mantenuta imbattibilità di Sirigu, l'efficace rilancio personale di Meitè e Baselli, la puntuale lucidità di Mazzarri, che messe da parte le polemiche arbitrali ha dimostrato ancora una volta (ma su queste colonne lo si dice da mesi) che il suo progetto è tutto sommato credibile.
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La squadra rivelazione
Editoriale / Il Torino supera l'Atalanta, che resta un modello: ma la crescita di società e squadra è difficile da negare
Cresce la mentalità della squadra e cresce il Torino società, nella settimana in cui la Primavera porta a casa il quarto trofeo negli ultimi quattro anni e nella quale un altro giocatore cresciuto in casa, Millico, è arrivato in Serie A, con la speranza di rimanerci a lungo. Difficile da negare che qualcosa di genuino e di buono ci sia, in questo Toro; chissà che forse dopo tanti anni la strada della crescita definitiva possa essere imboccata. A non crescere è invece l'afflusso di pubblico allo stadio. Contro l'Atalanta, in una partita chiave per la stagione, a malapena si sono raggiunti 20mila spettatori, con lo stadio semi-vuoto in alcune zone. A noi sembra che il risultato finale possa rappresentare un fattore decisivo per la compattezza e l'unione di tutto l'ambiente: mancano tre mesi alla fine del campionato, tre mesi che può e deve vivere con enfasi e passione. E chissà che la squadra rivelazione non possa essere proprio il Torino.
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