Fatto il Torino, bisogna farne un Toro. Parafrasiamo la celebre espressione post-risorgimentale, in voga in quest'anno di celebrazioni, adattandola alla realtà granata; va letta così: Petrachi ha composto l'organico mettendo a disposizione di Lerda gli elementi che servivano, ora sta all'allenatore amalgamarli al meglio e renderli un gruppo e una squadra.Ieri, a Crotone, si é vista la prima parte, si é visto il nuovo Torino, ma non ancora il Toro che potrebbe essere. Si é visto Mirco Antenucci e con lui le sue qualità: progressione rapida, conclusione pronta, capacità di attirare su di sé l'attenzione di un paio di difensori (togliendoli così dalle pur larghe spalle del capitano). Si é visto un altro debutto confortante, quello di Biagio Pagano, subito protagonista in positivo. Si é visto un trequartista dietro le punte a creare danni tra le linee, e questo trequartista non era più il mai convincente Belingheri.Non si é ancora vista un'intesa tra le due punte, non si é vista la squadra corta che dovrà diventare, non si é visto molto di quel che questo Toro sarà, nelle intenzioni del mister. Non si sono visti cross per Bianchi, che comunque -grazie alla presenza di Antenucci- ha avuto più occasioni del consueto. Si é vista forse una traccia, un primo bozzetto, del disegno (tattico) futuro di Lerda: il nuovo Toro, quello liberato dalle catene integraliste di un mister che pare aver accettato l'idea di cambiare. La base c'é, gli sviluppi dipendono da lui (e dai calciatori, ovviamente).Non si é visto, a Crotone, qualcosa che però nessuno schema di gioco può regalare: il cinismo, la cattiveria, lo spirito che dovrebbe far cercare la vittoria a tutti i costi. Ancora una volta, la fase di gioco migliore della partita (quella iniziale, in questo caso) non ha portato a nessun gol, e ancora una volta questo avrebbe potuto essere pagato caro dai granata, se non ci si fosse messa di mezzo la variabile inaspettata (l'esordiente Pagano). Questo é un aspetto su cui deve lavorare Lerda, ma anche Ferri e tutto lo staff. Il punto di riferimento caratteriale, per la voglia di “mangiare” ogni singolo pallone vagante, dovrebbe rimanere per tutti sempre lo stesso: capitan Rolando.
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La traccia di quello che dovrà essere
Fatto il Torino, bisogna farne un Toro. Parafrasiamo la celebre espressione post-risorgimentale, in voga in quest'anno di celebrazioni, adattandola alla realtà granata; va letta così: Petrachi ha composto l'organico mettendo a...
(foto M.Dreosti)
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