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Salvatori: “L’Europa League per il Torino? Meritatissima…”

Marco De Rito

Il primo direttore sportivo dell'era Cairo a TN: “In granata fu tutto fantastico, ci salutammo senza rancori. Petrachi? I risultati gli danno ragione...”

"Fabrizio Salvatori è stato il primo direttore sportivo dell'era Cairo, colui che è riuscito a mettere in sei giorni in piedi una squadra capace di ottenere la promozione in Serie A. Il ds restò in sella solo un anno, nonostante il miracolo fatto l'anno precedente, e fu il primo di una serie di dirigenti che si allontanarono dal Torino prima dell'arrivo di Gianluca Petrachi, l'unico ad essere tuttora in sella alla scrivania granata.

"Fabrizio Salvatori, quali sono i suoi ricordi più belli legati al Torino?

"Ho solamente bei ricordi. E' stato un anno fantastico, abbiamo vinto il campionato, è stato tutto meraviglioso. Anche se eravamo in Serie B il pubblico granata era da Serie A, basti pensare che nella finale contro il Mantova c'erano oltre sessanta mila spettatori…

"Qual è stata la ricetta di quella fantastica promozione?

"Il gruppo, era unico. Il fatto che si trattasse del Torino, secondo me, rendeva tutto più semplice nel senso che indossare la maglia granata è un onore e un onere. I giocatori che hanno la fortuna di vestire questa divisa sanno che devono dare il massimo. I ragazzi sono stati bravi a trovare subito un intesa ed a unirsi, secondo me quest'ultima non è una cosa da poco visto che abbiamo costruito la squadra in sei giorni.

"Come si è trovato con Cairo quella stagione?

"Mi sono trovato bene, era il primo anno che faceva il presidente ed è stato bravo a fidarsi di me e a lasciarmi lavorare. Aveva capito che era nell'interesse di tutti fare le cose bene e cercare di vincere. Non era facile andare in Serie A quell'anno con squadre così attrezzate come Catania e Atalanta. Siamo stati bravi a tenere duro e giocarci i play-off fino alla fine con grande grinta, restando tutti uniti nei momenti di difficoltà, che non sono mancati.

"Quali furono i motivi del suo addio al Torino?

"Cairo, dopo la promozione, fece confusione. Contattò prima Sartori e poi Tosi, queste mosse non mi piacquero affatto. Il presidente voleva allargare lo staff dirigenziale e migliorarlo perché pensava di poter fare meglio. Io non ero d'accordo perché pensavo di aver fatto bene la scorsa stagione e di meritarmi un po' di indipendenza. A me non piace lavorare con altre persone perché si fa confusione e poi se si lavora insieme sicuramente nascono disguidi e le scelte non saranno sempre comuni. A me se piace un giocatore, lo compro senza chiederlo a nessuno. Non volevo fare il consulente di mercato perché mi sembrava un ruolo marginale e ho abbandonato senza nessun rancore.

"Come è cambiato Cairo, negli anni, a suo parere?

"Secondo me Cairo è stato bravo a fare un passo alla volta costruendo una squadra e portarla ad andare in Europa e adesso, dovrà essere altrettanto bravo per mantenere quella posizione.

"Petrachi è l'uomo giusto per ricoprire la carica che occupava lei a Torino?

"I risultati gli danno ragione e quindi penso proprio di si, è un collega in gamba.

"Secondo lei, il Torino si è meritato l'Europa al di là della licenza UEFA del Parma?

"Certamente, la qualificazione per i preliminari del Toro è meritatissima. Voglio ricordare che la squadra di Ventura non sarebbe andata in Europa perché Cerci ha sbagliato un rigore a Firenze all'ultimo minuto. Per il campionato che hanno fatto, Torino e Parma, meritavano tutte e due l'Europa, non è uno scandalo che sia entrata la squadra granata, il calcio è fatto di episodi e casualità. Per quanto riguarda la licenza UEFA del Parma, ci sono delle regole da rispettare e vanno rispettate se si sbaglia si paga.

"Parliamo di lei, per il suo futuro c'è qualche progetto in vista?

"Ci sono stati dei contatti ma il mondo del calcio è diventato particolare. Si sente la crisi economica nazionale e proposte serie non ne ho avute, adesso preferisco aspettare.

"Un augurio finale ai tifosi granata

"Gli auguri non si fanno mai, portano male. Comunque spero che il Toro si migliori e che la piazza si levi delle soddisfazioni, perché la passione che hanno questi tifosi non ha uguali e, la squadra granata, merita di stare nelle posizioni alte anche per la sua gloriosa storia.