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Serie A e divieto di pubblicizzazione del betting: cosa dice il decreto Dignità

UDINE, ITALY - SEPTEMBER 16:Official Nike ball before the serie A match between Udinese and Torino FC at Stadio Friuli on September 16, 2018 in Udine, Italy.  (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Serie A / Il testo del decreto entrato in vigore nell'agosto 2018, che vieta ogni forma di pubblicità riguardante i giochi e le scommesse

Nicolò Muggianu

La Serie A chiede la modifica parziale del decreto Dignità per risollevare le sorti economiche dei club che fanno parte del campionato nazionale. Una richiesta che la Lega presenterà ufficialmente al Governo nei prossimi giorni. Lo scopo dell'iniziativa avanzata dal massimo organo del calcio italiano è quello di limitare il più possibile i danni economici legati all'interruzione forzata del campionato in seguito all'emergenza Coronavirus. Ma cosa dice esattamente il decreto entrato in vigore nel 2018 riguardo la possibilità, da parte delle agenzie di scommesse, di acquistare spazi pubblicitari nel calcio?

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IL TESTO - Tre i punti salienti del decreto voluto e attuato dall'ex Ministro del Lavoro e dello sviluppo economico Luigi Di Maio. Il primo, in particolare, afferma: "È vietata ogni forma di pubblicità, sia diretta sia indiretta, riguardante i giochi oppure le scommesse che propongono premi in denaro che possa essere trasmessa tramite i mass media, Internet, le manifestazioni pubbliche o attraverso qualunque altro mezzo di comunicazione on-line e off-line". Escluse dal provvedimento - in base alla DELIBERA N. 132/19/CONS 18 aprile 2019 - "le lotterie nazionali che prevedono delle estrazioni posticipate ed alcuni tipi di comunicazione meglio specificate nelle linee guide dell’Agcom". Previste inoltre, per chi non rispetta le disposizioni del decreto, sanzioni amministrative-pecuniarie che "non possono essere inferiori a 50 mila euro per ogni violazione attuata dai trasgressori". Tali sanzioni, si legge infine sul testo del decreto, saranno di competenza "dell’autorità indipendente AGCOM, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni".