"Era solo questione di tempo. Walter Mazzarri ha provato a imprimere il suo marchio di fabbrica anche al Torino. Al tecnico toscano, uno dei maggiori esponenti internazionali della filosofia calcistica della difesa a tre, sono bastati 152' complessivi tra Bologna e Sassuolo per trasmettere (almeno in parte) le sue idee alla squadra granata. Una svolta tecnico-tattica che sarebbe un netto taglio rispetto al recentissimo passato, quello targato Mihajlovic, ma un bel salto indietro sino ai tempi della gestione tecnica di Giampiero Ventura. Non bastano certo poco più di 25' per dare giudizi definitivi su eventuali rivoluzioni tattiche in casa Torino. Una cosa però è certa: Mazzarri reputa il 3-5-2 un porto sicuro, un approdo naturale per quello che è il suo credo calcistico. E infatti, al primo momento di difficoltà ci si è subito riaffidato, ieri a Reggio Emilia, quando nella ripresa il Sassuolo stava iniziando a sovrastare i granata sul piano tattico e fisico.
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Torino, Mazzarri rispolvera la difesa a tre: analisi di una rivoluzione a metà
Approfondimento / Il tecnico introduce subito il 3-5-2 prediletto. Ma è difficile che il 4-3-3 venga accantonato del tutto
"Mazzarri è uno dei maggiori intenditori della difesa a tre: attorno a questo pilastro, il tecnico toscano ha costruito le sue fortune recenti. Dal Napoli all'Inter, la difesa a tre è stato inequivocabilmente un suo marchio di fabbrica. E ora potrebbe toccare anche al Torino. Potrà diventare il 3-5-2 il modulo del Torino in pianta stabile? E' probabile che Mazzarri ci pensi davvero, tanto è vero che ha affermato di essere stato soddisfatto dalla risposta della squadra dopo il cambio del modulo. "Abbiamo subito solo un'occasione e siamo riusciti a riproporci in avanti", le parole del tecnico. In soldoni, non è eresia immaginare un Torino in campo dal primo minuto col 3-5-2 contro il Benevento.
"Occhio però a non rimanere intrappolati nelle proprie credenze. Essendo subentrato in corso d'opera, per Mazzarri potrebbe non essere facile costruire un 3-5-2 (o un 3-4-3) su misura per il Toro. La rosa attuale infatti è stata costruita e ideata da Mihajlovic per un 4-2-3-1 o, al limite, un 4-3-3. Per utilizzare il 3-5-2 sin da subito in pianta stabile servirebbe una vera e propria rivoluzione sul mercato: non tanto in entrata, quanto in uscita. In attacco, intoccabile Belotti (quando rientrerà), i vari Ljajic, Iago Falque, Niang, Boyé, Berenguer ed Edera sarebbero costretti a giocarsi in 6 un solo posto disponibile. Un sacrificio troppo grande, probabilmente: "I risultati davanti a tutto", ha detto giustamente Mazzarri. La ricerca della vittoria è più importante della valorizzazione dei singoli, ma nemmeno va depauperato il patrimonio tecnico della squadra. Il 4-3-3 difficilmente potrà essere accantonato per sempre a meno di cessioni eccellenti a gennaio, nonostante il credo del tecnico sia il 3-5-2. E' la rivoluzione a metà di questo Toro.
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