Il Torino porta a casa una vittoria e stacca il pass per gli ottavi di finale di Coppa Italia malgrado una prestazione non eccezionale, ma a risaltare è un altro dato, per nulla positivo. Nella gara casalinga è mancato il sostegno del pubblico sugli spalti. Infatti ieri sera all'Olimpico Grande Torino si sono registrati solo 3399 paganti. Un risultato decisamente magro, se si considera l'impegno profuso dalla società per incentivare l'affluenza per la gara di Coppa Italia: a differenza delle altre gare casalinghe, un posto nelle curve è stato venduto al costo di 10€, mentre Tribune, Distinti e Poltroncine si potevano acquistare a 15€.
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Toro, contro il Südtirol 3399 paganti: record negativo all’Olimpico nell’era-Cairo
Il dato / Un Olimpico Grande Torino mezzo vuoto malgrado i prezzi stracciati è sintomo di un problema
PEGGIOR RISULTATO - In termini di affluenza (tolte le amichevoli e le altre gare - anche ufficiali - non giocate all'Olimpico), quello di ieri è il peggior risultato dal ritorno in Serie A del 2012. L'unica gara con un numero di spettatori simile fu Torino-Carpi, altro match di Coppa Italia disputato il 27/11/2017 tra le mura amiche: quella volta i paganti furono 3931, comunque più di ieri sera. Andando ancora indietro nel tempo, affluenze scarse si ebbero nella stagione 2014/2015 (Torino-Lazio di Coppa Italia, 4305 spettatori) e nella stagione 2015/2016 (Torino-Cesena di Coppa Italia, 4962 spettatori). Curiosamente, queste due volte sono capitate entrambe nell'anno solare 2015.
LE CAUSE - Volendo indagare sulle cause di tale evento, possiamo riconoscerne due principali, che vanno a braccetto. Da un lato abbiamo una squadra che non sta fin qui regalando le emozioni desiderate dai tifosi e che deve ancora dimostrare continuità nel gioco e nei risultati; dall'altro una piazza che non sta rispondendo adeguatamente alle richieste di supporto da parte della squadra e dell'allenatore. Queste concause hanno già generato un circolo vizioso: se si vuole invertire il flusso, squadra e tifosi devono ritornare a dare il massimo e vivere in simbiosi. La prima onorando il campo e la maglia, i secondi esprimendo ancora più vicinanza alla squadra. Anche nelle partite con un appeal più basso.
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