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Toro, Boyè e Berenguer: se ci siete, battete un colpo

Nicolò Muggianu

Approfondimento / Il cambio di modulo fa emergere un 'problema' di abbondanza in attacco: lo spagnolo e l'argentino, per recuperare posti nelle gerarchie, dovranno sudare

Ljajic, Belotti e Iago Falque. Non sembrano esserci dubbi su quali siano i 'titolarissimi' di Sinisa Mihajlovic nel tridente offensivo. E se guadagnare il posto da titolare sembra difficile già per M'Baye Niang, l'acquisto più caro della storia del Toro di Cairo, a maggior ragione ciò può valere per Alex Berenguer e Lucas Boyè. I due giovani esterni sono giocatori su cui il Torino punta, per il presente e anche per il futuro, ma vivono un momento non felicissimo, tra il poco spazio ottenuto e prestazioni non convincenti. Lo spagnolo di Osasuna e l'argentino di San Gregorio hanno storie e trascorsi differenti, ma in comune il fatto di vedere la loro strada in granata in salita.

"EL TORITO - Lucas Boyè, "El Torito", ha fatto a tratti impazzire i tifosi, nella scorsa stagione: giocatore che coniuga tecnica, fisico e resistenza atletica, che ha tutte le potenzialità per ben figurare nel nostro campionato. E' sempre parso un diamante solo da sgrezzare, a cui il tempo prima o poi avrebbe finito per dare ragione. A frenarlo sono state problematiche tecniche, come l'idiosincrasia perenne con la porta avversaria. Poi, sul finire dello scorso campionato, le cose sembravano evolvere per il meglio: il Toro che passava al 4-2-3-1 gli permetteva di diventare titolare e segnare anche il primo gol in campionato, nell'ultima giornata contro il Sassuolo.

"Questa sembrava poter essere la sua stagione, nel frattempo però un fastidioso infortunio al ginocchio lo ha bloccato per più di un mese tra agosto e settembre, poi l'arrivo di Niang gli ha occluso gli spazi. E, quando chiamato in causa per spezzoni di gioco, fin qui non ha colpito in alcun modo: serve una sterzata, questo è evidente. In tal senso, l'amichevole di ieri col Chieri può aiutare: con un gol e un assist, l'argentino si è messo in buona evidenza e può trarne un'iniezione di fiducia.

"Discorso simile si può fare per Berenguer, anche se si tratta di un ragazzo di un anno più grande che è arrivato al Toro tra gli squilli di trombe, come colpo di mercato sfilato al Napoli. Fin qui, per credere che valga davvero i 5.5 milioni spesi per il suo cartellino, occorre una professione di fede. Detto che un periodo di adattamento gli andava certamente lasciato, lo spagnolo sembra avere qualche limite di troppo dal punto di vista della personalità, mentre tatticamente sembra più adatto ad un ruolo da esterno "tutta fascia" del centrocampo a cinque, piuttosto che da ala offensiva pura. E così fin qui, anche nel caso dell'ex Osasuna, le aspettative sono state deluse. Boyè e Berenguer, talenti che devono risalire la china: prematuro e fuoriluogo bocciarli, ma da parte di entrambi serve una dimostrazione di spessore tecnico e caratteriale. E certamente il passaggio al 4-3-3 può non aiutarli.