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Toro, ma allora sei ancora vivo!

Gianluca Sartori

Il punto / I granata si vedono con le spalle al muro e poi reagiscono. E a fine partita si può respirare

Ci sarà tempo nelle prossime ore per capire se la rimonta di Firenze è stata più merito granata o demerito viola, visto che la squadra di Paulo Sousa ha avuto un crollo vertiginoso: se il Toro è da psicanalisi, la Fiorentina ultimamente è da repartino psichiatrico. Intanto il segnale che arriva da Firenze è uno solo: il Torino è ancor vivo, e a questo campionato ci tiene ancora.

La squadra dei primi 45-60 minuti era da non credere per quanto impaurita, imprecisa e sotto ritmo. La Fiorentina ha segnato due reti e altre due ne avrebbe potute segnare non fosse stato per Joe Hart, che si è riscattato alla grande dopo aver subito alcune critiche, probabilmente ingenerose, dopo la partita di Roma. Avrebbero avuto bisogno di spiegazioni ben congegnate, le centinaia di tifosi granata nel Settore Ospiti del Franchi, se la partita fosse finita sul rigore fallito da Andrea Belotti.

Ma proprio quando si è visto spalle al muro, sull'orlo del precipizio, il Toro ha tirato fuori un sussulto di orgoglio. Sulle ali del proprio cannoniere - servito bene, però, dai compagni, forte dei cambi stavolta azzeccati di Mihajlovic (Rossettini per Ajeti, col senno di poi, era la prima mossa da fare per restituire sicurezze al resto della squadra) e, obiettivamente, favoriti dal crollo viola di cui si è detto, i granata hanno ripreso una partita che sembrava persa, da cancellare al più presto. Trasformandola in un nuovo potenziale punto di partenza.