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Il Torino saluta Rincon: dall’apice al calo evidente, resta la grande dedizione

Il Torino saluta Rincon: dall’apice al calo evidente, resta la grande dedizione - immagine 1

El General saluta dopo quattro anni e mezzo: l'arrivo con Mihajlovic, l'apice con Mazzarri e il calo finale

Silvio Luciani

Dopo quattro anni e mezzo in granata, Tomas Rincon e il Torino sono ai saluti. Dopo aver giocato nella Genova rossoblù, El General vestirà la maglia blucerchiata e approderà alla corte di Roberto D’Aversa. Dopo Sirigu e Nkoulou, il Torino saluta un altro dei senatori del ciclo di Mazzarri, quello che ha avuto l’apice nella stagione 2018/2019 e poi un crollo proseguito negli ultimi due campionati. Rincon chiude l'esperienza più importante della propria carriera con 158 presenze e 7 gol, un bottino non indifferente: a Torino è stato sicuramente un protagonista. 

L'ARRIVO - La storia tra il Toro e Rincon inizia l'11 agosto 2017, quando il ds Gianluca Petrachi lo preleva dalla Juventus pagandolo 9 milioni tra prestito e obbligo di riscatto. El General arriva dai rivali bianconeri ma è comunque accolto bene dal pubblico granata, a cui piace per il suo carisma e la sua grinta. E sembra essere il profilo adeguato per il 4-2-3-1 di Mihajlovic che dopo aver fallito l'esperimento Valdifiori vuole puntare su un equilibratore per permettere a Baselli di essere più libero dai compiti difensivi. Nel suo primo anno in granata Rincon non sfigura affatto, si impone come leader all'interno dello spogliatoio e mantiene la titolarità anche dopo il cambio in panchina: 38 presenze tra campionato e Coppa Italia condite dal primo gol con il Toro. Mazzarri, arrivato in corsa, vuole puntare su di lui anche nella stagione successiva, 2018/2019.

L'APICE E IL CROLLO - Il meglio lo si vedrà proprio in quell'annata, quella in cui il Torino vola e conquista il settimo posto che vale l'accesso ai preliminari di Europa League (dopo l'esclusione del Milan). Rincon mette a referto 37 presenze e 4 gol risultando determinante nel sistema di Mazzarri, che si rivela perfetto per le caratteristiche del venezuelano. Ma il Torino nel campionato 2019/2020 entra in crisi e si trova a lottare per la salvezza dopo la pausa per il Covid. E le prestazioni del General si allineano a quelle della squadra: nonostante sia uno dei leader caratteriali e uno dei giocatori più esperti, non riesce a rendersi punto di riferimento di un gruppo che scivola sempre più in basso sotto tutti i punti di vista. Nell'estate del 2020, dopo una salvezza sofferta, arriva Giampaolo che conferma di voler puntare sul General nel ruolo di regista del 4-3-1-2. E' uno degli equivoci più rilevanti dell'avventura di Rincon al Torino.

REGISTA? - È un disastro annunciato: un Rincon ormai in netto calo, nonostante l'impegno, dimostra di avere grandi difficoltà a porsi come metronomo della squadra. Il miglior General è soltanto un ricordo sbiadito, il Torino di Giampaolo affonda e a gennaio 2021 arriva Davide Nicola; con lui il Torino corre ai ripari e preleva Mandragora dall'Udinese, collocando Rolando come regista del 3-5-2 e Rincon nel ruolo di mezzala. Tuttavia la miglior versione del venezuelano resta lontana nel contesto di una squadra che riesce salvarsi per il rotto della cuffia. Con Juric il Torino volta pagina nell'estate 2021 e proprio con il tecnico che aveva valorizzato Rincon al Genoa forse più di chiunque altro arriva il capolinea dell'avventura in granata di Tomas, costantemente penalizzato dalle scelte dell'allenatore, che non lo vede sufficientemente dinamico per il suo calcio fatto di ritmo e di aggressività. La prova da difensore centrale in Coppa Italia contro la Sampdoria (di fronte a quella che poche settimane dopo è diventata la sua squadra) ne è un emblema. Il Toro saluta dunque un professionista esemplare, che non rientra più nei piani della società e dello staff tecnico ma lascia un ottimo ricordo per la personalità e la dedizione profusa in tutti questi anni.

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