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Udinese-Torino 1-0, granata senza fame: Mazzarri non scuote la squadra, Tudor sì

Focus on / Incomprensibilmente il Torino ha rinunciato a giocare almeno per un’ora, accendendosi solo a sprazzi nel finale con l’ingresso di Falque

Andrea Calderoni

“Senza fame nello sport non ottieni nessun risultato”. È una frase fatta che ha insita in sé una sacrosanta verità. La conferma è arrivata in casa Toro alla “Dacia Arena”. Granata senza mordente, come contro Lecce e Sampdoria, e granata sconfitti da un’Udinese pratica ed imperforabile. “In campo vanno i giocatori e non l’allenatore”. Anche questo è un modo di dire molto spesso abusato nel mondo del calcio. Nella sostanza l’affermazione è corretta, ma bisognerebbe aggiungere una dovuta precisazione: chi guida una squadra dalla panchina detta una linea tattica, una strategia e un atteggiamento da seguire. Ecco, quindi, che la sconfitta di Udine si può spiegare come il tonfo di Walter Mazzarri contro Igor Tudor. Il croato ha battuto il toscano utilizzando le armi con cui Mazzarri ha costruito le fortune della sua carriera: organizzazione volta al non fare giocare l'avversario ed equilibrio tattico. Ma il fatto più grave della versione friulana del Torino è stato ancora una volta l’approccio mentale. I granata hanno rischiato di capitolare già dopo 80 secondi, proprio come a Parma, se non fosse stato per il gol divorato da Okaka; e poi hanno impostato il pilota automatico giocando sotto ritmo. Manovra prevedibile e lenta, all'Udinese è bastato tenere ordine tattico per impedire ai granata di creare pericoli per tutto il primo tempo. Paradossalmente, quindi, a partita conclusa, si potrebbe anche dire che per il Torino sarebbe stato meglio incassare immediatamente gol. Magari, i granata si sarebbero svegliati dal loro preoccupante intorpidimento.

AVVIO RINUNCIATARIO - Un allenatore propone una mentalità e quella messa in mostra nella prima frazione ad Udine non era da squadra che punta, almeno nelle intenzioni, a confermarsi nelle prime sette posizioni del campionato italiano. E dunque finiscono in discussione anche le scelte di formazione del tecnico. Andrea Belotti, troppo solo, è stato dato in pasto al solido terzetto difensivo dell’Udinese (i numeri lo incoronano il migliore della Serie A nelle prime otto giornate con appena 6 reti incassate). Per tanti minuti l’unica soluzione offensiva del Torino è stato, come molto spesso capita, Cristian Ansaldi. Sulla destra l’argentino ha provato a dar fastidio ai bianconeri e qualche giocata interessante si è vista, ma poi nessuno ha potuto capitalizzarla. Simone Verdi e Sasa Lukic avulsi, grazie anche alla disposizione tattica studiata a tavolino da Tudor.

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FALQUE, UNA SOLUZIONE - La doppia punta è stata inserita ad inizio ripresa (Simone Zaza), poi Mazzarri ha rivoluzionato il modulo passando al 4-4-2 con sulla sinistra la coppia Laxalt-Ansaldi, mentre dall’altra parte Izzo-Falque. Lo spagnolo, non ancora al meglio, ha dimostrato di essere uno dei pochi in grado di accendere la luce. Poche giocate, ma sicuramente di qualità, specie l’ultima per Belotti con tiro fuori di poco del “Gallo”. Anche l’ingresso di Iago Falque, comunque, è stato ben letto dalla panchina friulana. Tudor ha immediatamente reagito, togliendo un laterale difensivo di professione come Hidde Ter Avest e inserendo un centrale possente come Rodrigo Becao. Nel finale Mazzarri ha lanciato il cappello in aria buttando nella mischia anche Vincenzo Millico, ma nessun assedio è stato prodotto, segno che il problema risiedeva a monte. È vero, un attaccante in più dall’inizio sarebbe potuto servire, ma senza fame nel calcio nemmeno con quattro boe là davanti si segna. Mazzarri e il Torino, dunque, nuovamente bocciati alla prova dei fatti quando avrebbero dovuto condurre le danze e dopo Udine si apre un’altra settimana di grandi riflessioni, in cui al tecnico sarà richiesto di creare una mentalità vincente che appare ancora un miraggio.