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Verona-Toro, squadre dai moduli speculari: uno contro uno decisivi

Focus on / Approfondimento tattico sulla gara del “Bentegodi” di domenica alle 12.30 tra la squadra di Juric e quella di Mazzarri

Andrea Calderoni

Torino chiamato alla prova del nove al “Bentegodi” di Verona domenica alle 12.30 per il penultimo impegno del 2019, l’ultimo lontano da casa. Il Verona è una squadra che ha raccolto tanto in queste prime 15 giornate di campionato e proverà a rimettere la freccia sui granata (18 i punti dei veneti, a meno 2 dal tandem Milan-Torino). Non segna tanto l’Hellas (appena 14 reti), ma ha la quinta miglior difesa del torneo con 17 gol incassati. Pertanto, tatticamente che partita dovremo attenderci?

VERONA - Il 3-4-1-2 (o in alternativa 3-4-2-1) è un marchio di fabbrica di Ivan Juric. Una difesa a tre ben organizzata e bloccata, ma due esterni chiamati a fare costantemente la doppia fase. Faraoni a destra e Lazovic a sinistra sono i laterali che danno più garanzie all’ex allenatore del Genoa. Come detto, dalla cintola in su la disposizione cambia a seconda della presenza o meno di Verre, uomo in grado di muoversi tra le linee come nessun altro nella rosa veneta. L’Hellas tiene poco, pochissimo il pallone fra i piedi (in media 21’19”. In Serie A soltanto il Brescia gestisce meno la sfera). La sua caratteristica principale è un’altra, ovvero l’aggressione alta. In effetti, il modulo di Juric è il migliore per mantenere il baricentro alto e per sperimentare il pressing nella metà campo avversaria. I tre giocatori offensivi inibiscono i centrali difensivi, mentre i due esterni si alzano sui terzini. Proprio per questo il Verona è costretto a correre tanto, in media 109,218 chilometri a gara (poco meno di 6mila metri in più rispetto al Torino).

TORINO - Il Torino di Walter Mazzarri incontrerà, perciò, una squadra con modulo e filosofia quasi speculare e questo sarà un ostacolo in più per i granata. Bisognerà capire se l’allenatore toscano riconfermerà lo schieramento visto contro la Fiorentina, il 3-4-2-1. In tal caso sarà la sfida degli uno contro uno, da sfruttare soprattutto sugli esterni, il vero punto forte del Toro. Verdi potrebbe dare la superiorità a destra o a sinistra in base ai propri movimenti. E poi con i cross bisognerà dare supporto, come avvenuto con la Viola in occasione dell’1 a 0, alla prima punta (Zaza o Belotti che sia). In chiave difensiva decisivo risulterà il duello tra le mediane. Quella del Verona è forte ed invidiata da tante squadre in Serie A, soprattutto per la presenza di Amrabat. Dall'altra parte, un giocatore simile come Rincon. Anche tatticamente, perciò, per il Torino sarà una vera e propria prova del nove.