" La sfida di domani sera tra Cagliari e Torino è soprattutto la sfida tra due dei grandi maestri della Serie A: i decani della panchina Zdenek Zeman e Giampiero Ventura. Entrambi sono stati d'esempio per gli allenatori più giovani, una scuola di pensiero prima ancora che di tattica. Sia il boemo che il tecnico ligure sono due allenatori che prediligono un gioco divertente e offensivo per la loro squadra, da qui sono nati i termini di Zemanlandia e Mister Libidine. Con il secondo tuttavia che dopo il primo anno di Serie A col Torino ha un pò perso questa sua vena offensiva mettendo da parte il suo tradizionale 424 molto spregiudicato per un più bilanciato 352 o meglio 351-Cerci. Questa è probabilmente la differenza maggiore tra i due tecnici, Zeman ha portato avanti la sua idea di calcio in tutti questi anni senza mai modificarla più di tanto mentre Ventura ha saputo adattarsi meglio alle rose a disposizione e ai tempi che cambiavano variando quando necessario il suo modo di giocare in vista anche dell'avversario.
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Zeman e Ventura: duemila panchine in due e non sentirle
Verso Cagliari - Torino / Analisi di un confronto tra due scuole di calcio che resistono al passare delle stagioni
"UN IMPORTANTE CONTRIBUTO AZZURRO - In comune hanno la capacità di esaltare le prestazioni dei giocatori a disposizione, molti sono i giovani che con questi due allenatori hanno trovato le loro stagioni migliori o hanno trovato la consacrazione ad alti livelli, l'esempio più lampante è Ciro Immobile, esploso con la scuola del boemo diventa capocannoniere a Pescara in Serie B, trova la consacrazione a livelli altissimi con Ventura raggiungendo la Nazionale, il titolo di capocannoniere della Serie A e la Champions League con il Borussia Dortmund. La Nazionale italiana deve molto a questi due tecnici, lo stesso CT Antonio Conte ha in passato ammesso di essersi ispirato al tecnico del Toro per le sue idee di calcio, mentre molti dei giocatori nel giro della Nazionale hanno vissuto o stanno vivendo grandi stagioni guidati da questi due allenatori: Verratti, Florenzi, Insigne, Osvaldo con Zdenek, Bonucci, Ranocchia, Darmian, Cerci con Giampiero più il già citato Immobile.
" QUI ZEMAN - Venendo alla tattica molte sono le divergenze, il calcio del mister del Cagliari, portato ad esaltare i giovani che hanno molta voglia di correre e crescere, si basa sul 433 e un calcio molto verticale. Le sovrapposizioni sia al centro che sulle fasce sono alla base del suo gioco a zona, fatto di difesa alta e movimenti senza palla. I terzini sono dei fluidificanti veri e propri, sempre pronti allo sganciamento. A centrocampo il mediano centrale fa il regista arretrato mentre i due centrocampisti laterali sono sempre pronti all'inserimento. In attacco le due ali tagliano spesso verso il centro per scambiare con la punta ed aprire spazio per gli inserimenti dei centrocampisti o dei terzini. La punta cerca continuamente di tagliare e si offre come sponda per gli inserimenti al centro delle ali.
"QUI VENTURA - Il tecnico del Torino ama invece a differenza del boemo un calcio più ordinato e ragionato, molto orizzontale fatto di tanto possesso palla soprattutto tra i difensori volto a far correre e sbilanciare l'avversario per trovare il tempo il varco e il giusto per far nascere l'azione offensiva. Il portiere diventa anche lui protagonista della manovra della squadra assumendo il ruolo di libero aggiunto, ricercato spesso dai compagni con dei retropassaggi, deve possedere buone doti di palleggio. I giocatori sugli esterni devono avere nelle loro caratteristiche tanta corsa per le sovrapposizioni sulla fascia. Quest'anno il gioco di Ventura non può più affidarsi come arma principale alle ripartenze in velocità con le cessioni di Cerci e Immobile, le nuove punte Amauri e Quagliarella non hanno nella rapidità le loro armi migliori e soprattutto il brasiliano predilige palloni alti per fare le sponde per gli inserimenti dei compagni o cercare direttamente la porta. Nell'ultima partita col Verona molti sono stati infatti i lanci per la testa di Amauri soprattutto da parte di Bovo e Vives.
"Ventura e Zeman: due allenatori così diversi per carattere, eppure così simili per idee e linguaggio. Sono tra i pochi a non avere gerarchie in squadra (Bianchi e De Rossi ne sanno qualcosa), ma anche a saper usare le parole con la giusta dose d'ironia. Un pregio quest'ultimo che va ormai scomparendo nel calcio di oggi dove ogni cosa è presa troppo sul serio, arrivando spesso a contrasti inutili col solo risultato di esasperare gli animi.
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Ma come contava Antonello Venditti nella canzone "La coscienza di Zeman" dedicata appunto all'ex allenatore giallorosso: "il sogno è ancora intatto e tu lo sai, Perché non cambi mai" lunga vita a due maestri del calcio che assieme contano più di duemila panchine ma le cui idee di gioco non tramontano mai.
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