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Viola di rabbia… le pari opportunità tra Toro e Juve viste dal Comune di Torino

VIOLA DI RABBIA - Ma perdere in questo modo ... avete presente Sisifo, amici granata? E' un personaggio della mitologia...

Renato Tubere

VIOLA DI RABBIA - Ma perdere in questo modo ... avete presente Sisifo, amici granata? E' un personaggio della mitologia greca celebrato in tempi recenti dai favolosi Pink Floyd nel loro storico album Ummagumma. Condannato dagli dei a spingere un masso in salita ogni volta che raggiunge la cima ... vrooòm lo vede rotolare all'ingiù: e deve subito tornare indietro per un altro tentativo infruttuoso. Ebbene, il Toro come Sisifo domenica regala il primo tempo ai viola. Non una partita, ma un massacro. Un portiere, una difesa, un centrocampo e degli attaccanti messi assieme col vinavil subiscono senza reagire. Ognuno per i fatti propri: se continuano così finirà in goleada per i viola questa gara! Ma Sisifo, pardòn il Toro, all'improvviso si scuote. C'è allo scadere del primo tempo un lampo: è l'1-3 di Barreto e la curva granata esulta speranzosa. L'intervallo passato a guardarsi negli occhi, mister e giocatori: ma davvero siamo così scarsi? Al rientro in campo c'è un altro Toro: quello sognato, agognato da Ventura. Memorabile a questo proposito al 12° l'azione sensazionale del 2-3 di Santana, il migliore tanto per cambiare: la difesa dei viola è presa d'infilata senza poter opporre la benchè minima resistenza. Gara riaperta. Sisifo ora vede la cima della montagna avvicinarsi, anche se a un quarto d'ora dalla fine Vives battendo sciaguratamente all'indietro una comoda punizione nella sua metacampo serve Cuadrado che spreca il possibile gol del 4-2. Passano tre minuti e Cerci, fino ad allora in ombra, si traveste da Superman: sinistro a rientrare dalla sua piastrella preferita, più di 25 metri da Viviano per intenderci, e Sisifo ha finalmente raggiunto la vetta! La Fiorentina pare allo sbando. In difesa i viola traballano paurosamente: vuoi vedere che ... Ma Sisifo, pardòn il Toro 2012/13, non sa vincere e nemmeno pareggiare incontri di questo tipo. Dopo aver sprecato banalmente un contropiedone da urlo arriva l'azione del definitivo 4-3 viola che riassume alla perfezione i limiti dei granata. Tutti o quasi rintanati dietro, palla lasciata agli avversari, tizio che guarda caio in difficoltà ma non lo aiuta. Same old story! Sisifo vede il masso precipitare di nuovo giù nello stesso punto dove aveva iniziato a spingerlo. Amici, voltiamo pagina ch'è meglio! LA FOLLE CORSA - Cosa passa per la testa dei nostri politici torinesi? L'antagonismo che esiste fra le tifoserie dei due club torinesi può davvero essere sminuito con una corsa per tifosi che vada dalla Continassa al quartiere Santa Rita in occasione del derby di domenica? Cadono le braccia a leggere certe dichiarazioni tipo "vorremmo ispirarci al modello Madrid" oppure "sarà una gara improntata al fair play e alla solidarietà". Pari opportunità: ha presente cosa vuol dire questa espressione, caro assessore Stefano Gallo? Da una parte c'è una società a cui è bastato chiedere per essere accontentata su tutto quel che voleva: e dall'altra? Lo stadio Olimpico sotto ipoteca. Il vicino Filadelfia che cade in rovina. Promesse eternamente disattese da anni. Che fare? "Tu dammi la fede persa / in questa folle corsa!": così la canzone di Battisti-Mogol interpretata dalla Formula Tre nei favolosi Anni 70. Altro che organizzare una corsa pacifica da stadio a stadio! La fede in voi politici e nella vostra capacità di risolvere i problemi del Toro, mi creda, è ormai ridotta al lumicino! DINAMITE ROSSA, CHE STORIA! - Ventuno anni fa in Svezia l'Europeo fu vinto da una nazionale che arrivò davvero per caso alla fase finale. Esclusa per via della guerra che la stava insanguinando la Jugoslavia, venne pescata all'ultimo momento la Danimarca. Il selezionatore, un certo Moller-Nielsen, fece fatica a mettere insieme i suoi giocatori. Successe che Michael Laudrup, il più famoso dei giocatori allora in attività, rifiutò d'interrompere le vacanze. Chi convocare al suo posto? Difficile puntare su Kim Vilfort. Perchè? Il bomberone di riserva era a casa sua al capezzale della figlia gravemente malata di leucemia. La vicinanza con la sede della manifestazione e il senso del dovere gli fecero però cambiare idea: Kim andò avanti e indietro fra Danimarca e Svezia, i compagni di squadra a tirarlo su di morale regalandogli ogni tanto qualche giochino per la sua sfortunata bimba. Fu così che a Goteborg nella finale contro la strafavorita Germania Vilfort siglò la rete del definitivo 2-0. Non rimase certo a festeggiare coi suoi compagni, il buon Kim: scappò subito a casa, c'era da capirlo! La Dinamite Rossa, così la soprannominarono gli entusiasti danesi, campione d'Europa ma la figlia di Kim non sopravvisse a lungo: povero angelo, che papà eccezionale il tuo! Renato Tubère