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Torino, Lucas Boyè: l’esordio in Serie A ha indicato la via da seguire

Focus On / L'attaccante argentino ha mostrato qualità ma anche dove migliorare: meno egoismo e più fase difensiva

Gianluca Sartori

"Il coraggio e la voglia di mettersi in discussione non mancano, la qualità tantomeno. Ma che Lucas Boyè debba ancora adeguarsi al calcio italiano è sembrato palese dopo Milan-Torino: il talentino argentino - lo ricordiamo: classe 1996 - chiamato all'esordio in Serie A dopo neanche mezz'ora dall'inizio a causa dell'infortunio di Adem Ljajic ha dato il suo buon contributo alla squadra, ma altresì è chiaro che il talento argentino deve lavorare sui suoi margini di miglioramento.

"Partito dal paese natio a soli vent'anni per cambiare continente, città e vita, Boyè ha esordito nello stadio italiano più famoso, San Siro, dovendo sostituire il giocatore più importante della squadra, Adem Ljajic. Una condizione sicuramente non facile che ha visto Boyè rispondere a testa alta, provando a più riprese a rendersi utile alla squadra. La qualità nei piedi non manca e su questo già c'erano pochi dubbi: il tocco di palla è ottimo e la precisione nei passaggi anche. Sono principalmente due, però, i punti su cui l'argentino deve migliorare: la visione di gioco e la fase difensiva.

"Su alcune ripartenze, Boyè ha infatti tenuto troppo la testa sul pallone, puntando troppo al dribbling invece che servire qualche compagno meglio posizionato. Se questo può essere sintomo di grande personalità, è sicuramente anche un segnale di qualche difetto di egoismo causato dall'abitudine ad un calcio, quello argentino, che punta sicuramente di più sulle giocate del singolo. Inoltre, essendo Boyè fino ad oggi sempre impiegato nella posizione di attaccante esterno, a lui deve essere richiesto uno sforzo nelle due fasi ancora maggiore di quello messo in campo domenica a Milano. Non che l'argentino non abbia propensione al sacrificio, tutt'altro, ma occorre diventare bravi anche nelle letture difensive: nell'azione che ha portato al rigore del 3-1, ad esempio, a Bonaventura è bastato un semplice uno-due con Abate per liberarsi e poter entrare in area.

"Insomma, quello di San Siro è un esordio che per Lucas Boyè ha fisiologicamente indicato la via da seguire per poter completarsi e per adattarsi nel migliore dei modi al calcio italiano. La stoffa del giocatore rimane fuori discussione, la voglia di arrivare nemmeno, ora occorre limare i difetti lavorando con costanza e applicazione. Ma per come si è fatto conoscere Boyè in queste prime settimane di Toro, non ci sono dubbi che questo verrà fatto senza indugi.