Toro News
I migliori video scelti dal nostro canale

lasciarci le penne

Perdonatemi se non vi parlerò di Toro

Perdonatemi se non vi parlerò di Toro - immagine 1
Un nuovo appuntamento con "Lasciarci le penne", la rubrica di Marco Bernardi

Joan of Arc

Leonard Cohen

dall'album Songs of Love and Hate (1971), Columbia Records

versione italiana di Fabrizio De André contenuta nell'album Canzoni (1974), Produttori Associati

Perdonatemi se, solo per questa settimana, non vi parlerò di Toro.

Ci sono occasioni in cui l'attualità è talmente dolorosa ed opprimente che non si può far finta di nulla e lasciarla passare come acqua corrente.

Un ennesimo atto di barbarie si è compiuto nel nostro paese, abbattendosi su una giovane donna inerme.

L'ennesimo uomo ottuso, imbottito di senso del possesso, ha spento una vita per appagare il proprio immenso nulla.

L'ennesima falla si è aperta in un sistema che non riesce a prevenire i crimini e tutelare le vittime, permettendo ai carnefici di aggirarsi impuniti, senza che nulla freni la loro volontà di sopprimere.

L'ennesima evidenza ha puntato la luce su un mondo maschilista, su una mentalità superata dai tempi e dalla storia, che fa del nostro paese, come purtroppo di altri, un paradosso dell'Occidente evoluto.

Quindi perdonatemi, se non vi sto parlando di Toro. 

Sarebbe ipocrita da parte mia buttare giù un pezzo di colore per riempire lo spazio della rubrica. 

Ci sono altre sensazioni urgenti da trasferire sulla carta: rabbia impotente, imbarazzo che sfocia nella vergogna di essere uomo in un mondo che continua ad offrire ai maschi, senza ragione alcuna, maggiori opportunità, ruoli prestigiosi, stipendi più alti.

C'è una splendida canzone di Leonard Cohen, cantautore canadese che fu ispiratore di grandi artisti, fra i quali il nostro Fabrizio de André che condivideva con lui poesia e sensibilità: parla di Giovanna d'Arco, la Pulzella di Orléans, eroina francese che si batté per strappare il proprio paese agli Inglesi e che venne abbandonata al proprio orrendo martirio, arsa viva sul rogo di Rouen nel 1431.

Nella canzone Giovanna, stanca di guerra e di gloria, dialoga col Fuoco umanizzato, che la desidera e con il quale si unirà in matrimonio.

Desiderio di possesso e distruzione, come accade nei femminicidi, aberrante concezione di amore che si trasforma in odio che brucia e devasta.

De André tradusse e rese magistralmente le parole e le atmosfere di Cohen nella versione italiana della canzone. "Ora so cosa voglio, vincere un'eroina così fredda, abbracciarne l'orgoglio", dice il Fuoco bramoso, ed è il desiderio di sopraffazione che lo spinge all'abbraccio mortale, al quale la fanciulla va incontro con rassegnazione dolorosa: "Se tu sei il fuoco raffreddati un poco, le tue mani ora avranno da tenere qualcosa".

La prevaricazione dell'uomo sulla donna si esplicita mirabilmente in questo brano di crudele poesia e ripercorre i drammatici momenti che portano all'annichilimento finale.

"Fu dal profondo del suo cuore rovente che lui prese Giovanna e la colpì nel segno e lei capì chiaramente che se lui era il fuoco, lei doveva essere il legno".

Non si accetti più che i disvalori della violenza e del sopruso vengano passati alle nuove generazioni.

Si pretenda che i genitori sappiano inculcare nei loro figli l'educazione al NO, che sappiano trasmettere l'accettazione del rifiuto e del fallimento come un valore di crescita ed arricchimento e che non trasformino gli uomini del futuro in ridicoli zombie alla perenne ricerca della propria esclusiva autosoddisfazione. 

Si esigano leggi giuste in grado di tutelare e non solo di punire, a danno ormai compiuto.

In modo che nessun'altra donna possa trovarsi faccia a faccia col proprio boia.

Mai più.

tutte le notizie di

Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Torino senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Toronews per scoprire tutte le news di giornata sui granata in campionato.