01:37 min

columnist

Cuore Toro, ma non solo!

Gianluca Sartori

Editoriale / La squadra granata col Sassuolo ha vinto meritatamente per aver offerto contenuti caratteriali, ma anche tecnici e tattici

Un pomeriggio pazzo che verrà ricordato a lungo, anche e soprattutto perché arrivato in una partita assolutamente decisiva per il prosieguo della stagione. Il Torino vince in rimonta contro il Sassuolo e lo fa meritatamente: i tre punti sono arrivati al termine di una prova con contenuti caratteriali, ma anche tecnici e tattici. Sì, perché sarebbe riduttivo inquadrare la vittoria conquistata dagli uomini di Nicola parlando solo di un furoreggiante quarto d’ora finale. Il Torino ha fatto propria la partita con merito al di là del modo rocambolesco con cui il risultato è maturato.

Il risultato è molto se non tutto, certo, ma per misurare le prospettive di una squadra occorre andare oltre. Ad esempio, col Sassuolo il Torino ha chiuso il primo tempo sotto di due reti assolutamente senza meritarlo. Si dovrebbe infatti parlare di un Toro che nei primi 45’ ha tenuto il pallone per tanto tempo quanto lo ha tenuto il Sassuolo (13’47’’ dei granata contro i 13’56’’ degli ospiti) producendo però più tiri in porta e occasioni da rete (su tutte, tre parate decisive di Consigli su Mandragora, Murru e Sanabria; un tiro alto da ottima posizione di Rincon; un tiro alto di poco di Belotti prima dell’intervallo). Il Sassuolo ha segnato due gol con i primi due tiri in porta, che erano peraltro assolutamente parabili.

Nei secondi 45’, poi, il Torino ha preso ulteriormente in mano le redini della partita vista la necessità di rimontare, pur concedendo inevitabilmente al Sassuolo alcune ripartenze che avrebbero potuto mettere i granata in ginocchio. Ma alla fine tutte le statistiche sorridono ai granata: tiri totali, calci d’angolo, possesso palla. Vittoria meritata e favorita anche da una buona conduzione gara della panchina: Nicola ha confezionato un Toro che ha saputo battere il Sassuolo sfidandolo sul suo terreno, il possesso palla, e ha inserito con le tempistiche giuste i calciatori offensivi di cui c’era bisogno.

Tutto questo per dire che la gara di ieri ha dimostrato non solo che il Torino è una squadra viva, ma che ha le qualità per fare meglio di quanto fatto finora e ora deve pensare a metterle a frutto. A partire dalla gara contro la Sampdoria, che sarà una “finale” importante tanto quanto quella appena passata. Se poi la parata su Obiang ricordasse definitivamente a Sirigu di essere Sirigu, allora la salvezza potrebbe essere centrata più in fretta di quanto si pensi.