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L’assuefazione alle beffe

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Ai granata occorre ribellarsi alla sfortuna trovando quello che manca in quanto a determinazione e concretezza negli snodi decisivi delle partite

Gianluca Sartori

Fino all’ottantesimo minuto il Torino sarebbe da Zona Champions. Le partite però ne durano novantacinque e i punti in classifica sono solo otto in otto partite. Difficile parlare male di questo Torino per l’identità ben precisa, la solidità difensiva, la voglia di imporsi: anche sul campo della prima in classifica per alcuni tratti del match i granata se la sono giocata alla pari guardando negli occhi l’avversario senza timori reverenziali. I segnali positivi sono arrivati anche al Maradona e non sono certo i primi di questa stagione.

Ma ai segnali positivi non stanno corrispondendo i punti ed è questo il peccato capitale delle prime otto partite di campionato del Torino. Buone prestazioni a cui manca sempre un centesimo per fare una lira: una volta è il cambio che manca, l’altra volta è il rimpallo sfortunato, prima ancora l’errore del singolo. E così ormai puntualmente il Torino non raccoglie quanto di buono seminato macchiando le proprie partite con un inconveniente nei minuti finali.

È dunque arrivato il momento che questa squadra dimostri di imparare davvero da quanto accade, ribellandosi a un andazzo che la vede troppe volte uscire dal campo con l’applauso dei propri tifosi e degli addetti ai lavori ma nient’altro. Non c’è dubbio che la squadra di Juric si stia costruendo i presupposti per togliersi delle soddisfazioni e che i tanti infortuni abbiano inciso, ora però ai granata occorre ribellarsi alla sfortuna trovando quello che manca in quanto a determinazione e concretezza negli snodi decisivi delle partite.  Impensabile assuefarsi alle beffe, al Torino ora trovare il modo di conquistare quello che merita facendo lo step in avanti che serve a livello di mentalità prima che sia troppo tardi.

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