Loquor

Una Salernitana da incubo

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Torna l’appuntamento con la rubrica “Loquor” di Carmelo Pennisi

Carmelo Pennisi

“I reati vengono prescritti.

La vergogna no”.

Anonimo

Sulla vicenda della Salernitana la migliore l’ha detta Giovanni Malagò, ribadendo ancora una volta la grande capacità di portare mediaticamente l’acqua al mulino degli affari suoi: “rischio esclusione della Salernitana dalla Serie A? speriamo non avvenga. Noi ci siamo salvati con l’autonomia quindici minuti prima della campanella”. Se il presidente del Coni vive di speranze, la città di Salerno ormai è immersa in una disperazione calcistica senza fine per la commedia messa in piedi, in totale e aperta collaborazione nell’incapacità conclamata, tra Federcalcio e Lega. Lo sconcerto, a mio parere, sta nell’incongruità delle offerte pervenute al trustee, a dimostrazione ancora una volta del totale disinteresse dei veri uomini d’impresa verso il calcio italiano, territorio di caccia più per avventurieri battenti bandiera corsara. In queste ore si sta mettendo l’accento sulla necessità, a dispetto di regole tanto rumorosamente conclamate, di far continuare al club campano la partecipazione nell’attuale campionato in corso. Trattasi di un’ennesima ferita aperta sulle vicende del calcio nostrano, dove i suoi maggiorenti hanno permesso ad una squadra di competere in un campionato con modalità non consone, visto come il caos societario in atto non ha consentito di programmare niente di riconducibile ad un provare a restare nella massima serie.

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E’ stata una gara truccata fin dall’inizio, con un Claudio Lotito certo come non si sarebbe trovata nessuna soluzione per una nuova proprietà, e con l’ evidente intenzione di riportare la Salernitana in Serie B, prendersi i soldi del “paracadute” previsto per la retrocessione e poi allungare fino al 2024(il tempo stabilito per risolvere il problema delle multiproprietà di club calcistici) la cessione del club. Da qui al 2024 possono succedere molte cose e molti affari ancora si possono fare sulla pelle dei tifosi salernitani, impotenti di fronte alle manovre di una classe dirigente posizionatesi sul confine tra l’incapacità e la malafede. Far proseguire il campionato alla Salernitana senza aver risolto il problema della proprietà vorrebbe dire ancora una volta umiliare le regole e ogni decenza del diritto consuetudinario e naturale. Ci sarebbe da chiedersi perché Claudio Lotito ed Aurelio De Laurentiis un giorno abbiano deciso di aggiungere la proprietà di un altro club a quelli già in loro possesso, così, giusto per capire fino a che punto ormai “il tempio” è rimasto solo un simbolo di un tempo passato in cui credere in qualcosa veniva prima del mercanteggiare qualcosa.

Ci sono responsabilità politiche evidenti, come quando Antonio De Caro, sindaco piddino di Bari, affidò la proprietà del club biancorosso ad Aurelio De Laurentiis, non valutando minimamente le conseguenze per il club e per il calcio. Siamo di fronte ad una elite priva di qualsiasi orizzonte etico e di senso di opportunità, e lo si vede proprio con quanta leggerezza trattano i beni comuni. La latitanza della stampa sportiva è l’altro punto dolente di questa storia, dove nessuno ha mai realmente controllato “i perché” e “i per come” di questi “illuminati”(sic) imprenditori del mondo pallonaro, nessuno a verificarne il reticolo di amicizie gravitanti attorno alla stessa stregua di satelliti famelici. Capita come la Lazio possa assumere un tizio a “Responsabile della Comunicazione”, tizio attualmente è anche autorevole componente del consiglio di amministrazione del “Monte dei Paschi di Siena”, e con un passato nel consiglio di amministrazione di “Poste Italiane”, di consulente di “Coni Servizi”, di consigliere del “Ministro della Giustizia” e del “Ministero dell’Ambiente”.

Non ci si meravigli di questa varia e tale quantità di incarichi, esistono persone poliedriche e a Claudio Lotito va riconosciuta la capacità di intercettarle( il lettore ci metta il carico di ironia ritenuto opportuno). Ma un incarico o una carica, in questo disgraziato Paese, è quasi sempre la rappresentazione di interessi tenuti adeguatamente lontani dalla luce dei riflettori(tutto legale, per carità) e forse la stampa, ogni tanto, dovrebbe aiutare a chiarire, se e quando dovesse trovare del tempo da sottrarre al racconto delle vicende del “Green Pass” e di quanto sia massimamente bravo e autorevole il nostro attuale Presidente del Consiglio. Ma comprendo come ci siano le priorità, e la precedenza ora, udite bene, va riservata alla regolarità del campionato, anche perché non va data la possibilità a Tim a Dazn di rimpiangere ancora una volta il momento in cui hanno deciso di investire una quantità di denaro irragionevole sulla Serie A. Se la teoria di Gottfried von Leibniz ha un fondamento, e quindi ci si trova sempre a vivere nel migliore dei mondi possibili, c’è da chiedersi quale sorta di incubo fosse presente nelle altre possibilità. E volendo continuare a seguire i pensieri di Leibniz, non dovrebbe valutarsi male il ricorrere ad ingegnose congetture per “accorciare grandemente” la strada della comprensione delle cose.

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Una congettura potrebbe essere valutare l’esistenza dei regolamenti solo per semplificare il processo dell’accettazione da parte della gente di realtà intollerabili. I regolamenti raccontano un mondo dalle certezze granitiche, non passibile di essere scalfito nemmeno dai continui loro aggiramenti. Anzi, nel comune sentire di questa contemporaneità è proprio l’aggirarli a dargli ancora più autorevolezza. La schizofrenia insita in questa visione dovrebbe essere chiara,e invece l’arrendevolezza mostrata dalla Federcalcio di fronte ai giochi di prestigio del presidente della Lazio mostra quantomeno un annebbiamento di idee. Possiamo dire come in un mondo perfetto, e non in quello migliore possibile, la Salernitana nemmeno doveva cominciare il campionato di Serie A? Le proroghe in Italia sono sempre e solo servite ad assecondare o altri appetiti, o altri ingarbugliamenti dei fatti. La proroga ha il difetto di far diventare il dolo uno status quo da accettare, più o meno come quando non si demoliscono subito le case abusive. Ora si vorrebbe convincere l’universo mondo dell’ennesima esistenza di un’altra “Linea del Piave”, e la grancassa dei mezzi d’informazione assicura l’addio di Lotito anche in caso di retrocessione in Serie B. I fatti, da luglio in poi, diranno quanto il nostro Paese ormai sia sprofondato assai più indietro della realtà onirica da pantomima spesso disegnata nei film dei fratelli Vanzina, dove sovente si rappresenta l’ elite assolutamente disinteressata a tutto tranne all’inseguimento di avventure dal sapore pecoreccio.

A luglio Claudio Lotito sarà ancora lì, a promettere di essere pronto a cedere la Salernitana al miglior offerente, perché il bene del club e della città di Salerno vengono prima di tutto. Nella trama da film comico non poteva mancare l’arabo pronto investire, ed ecco circolare una fantomatica offerta di Tarak Ben Ammar, con fondo arabo al seguito, per acquisire la Salernitana. Immagino il buon Ben Ammar, abituato sin da bambino a giocare con figure leggendarie come Gamal Nasser, sedersi a parlare con Lotito del futuro del calcio a Salerno, e una risata mi viene su quasi a rendere più accettabile lo spettacolo indecente messo in piedi da Lega e Federcalcio in questi ultimi mesi. Sarebbe bastato poco per capire come l’interessamento di Tarak Ben Ammar sia stata una delle tante bufale circolate intorno alla messinscena da avanspettacolo prodotto da tutte le parti. Ci si consoli con il giudizio dell’Economist, che ha proclamato l’Italia il Paese dell’anno 2021, un titolo ricevuto negli anni scorsi anche da Uzbekistan, Malawui e Myanmar. Come si divertono all’Economist…

Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.

Scrittore, sceneggiatore e regista. Tifosissimo granata e già coautore con Anthony Weatherill della rubrica “Loquor” su Toro News, annovera tra le sue numerose opere e sceneggiature quella del film “Ora e per sempre”, in memoria del Grande Torino.

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