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prima che sia troppo tardy

Un gioco di sguardi

tardy
Torna la rubrica di Enrico Tardy: "L'unico che ci mette qualcosa è Buongiorno, il resto è un piattume totale"
Enrico Tardy
Enrico Tardy Columnist 

La gara con la viola non ha fatto che ribadire un concetto ormai datato: il Toro della gestione Cairo è privo di cuore e senso di appartenenza.

Vive le partite seguendo la corrente, incapace di trovare interiormente le motivazioni per qualche inversione di rotta. Così va perché gli astri lo hanno deciso, non si può fare nulla e soprattutto non si tenta nulla.

È sufficiente osservare gli sguardi dei nostri eroi che ad eccezione di un paio elementi hanno la determinazione e l'aggressività di un panda con un bambù in tra le zampe.

Non scomodiamo i discorsi di Catilina per capire per cosa o per chi si lotta, ma nelle teste e nei cuori dei nostri imbelli pedatori esistono emozioni? Quali motivazioni li spingono a cercare di vincere le partite o alla peggio per non perderle?

Immagino il nostro spogliatoio al termine del primo tempo: vi vedete qualcuno caricare la truppa per portare a casa la vittoria?! Sanabria ? Lazaro? Ilic? Al massimo mi viene da pensare qualcuno che chiede per che ora si arriva a Torino e se in tempo per la cena...

Tristezza.

Dopo 30 secondi di secondo tempo avevamo tutti compreso che era stata staccata la spina e la nave, minuto dopo minuto pur senza correre grandi pericoli, stava affondando senza opporre resistenza.

In queste circostanze è sufficiente che gli avversari facciano anche un solo tiro per soccombere, circostanza che spesso si verifica negli ultimi dieci minuti di gara.

Tutto ciò dopo un discreto primo tempo contro una abbordabile Fiorentina di Kouamè e Ranieri, non di chissà chi.

Poi la recita sotto i tifosi in trasferta, battimani di rito, due ovvietà in conferenza stampa e... testa al Napoli (che ci attende con ansia per rilanciarsi).

È accaduto così contro la Lazio, con il Bologna, nel solito derby e si ripete ineluttabilmente da 19 anni.

Attenzione, non è un problema solo della nostra società, i calciatori sono sempre più attenti esclusivamente ai denari senza valutare altri aspetti in un contesto sportivamente inquinato.

Vanno dove li pagano meglio senza radici o coinvolgimenti.

Contro la Fiorentina dopo qualche buona azione nella prima parte di gara ci siamo fermati.

Non conosciamo la cattiveria calcistica, la rabbia, la determinazione.

Questo indipendentemente dal valore dei singoli.

L'unico che ci mette qualcosa è Buongiorno il resto è un piattume totale.

L'allenatore avrà responsabilità come tutti ma voi pensate dopo anni ed anni di disincanto di trovare un tecnico da solo capace di infondere coesione e senso di appartenenza a prescindere dalla società?

Non scherziamo.

Ho comprensione e tristezza per chi dopo certe partite si arrabbia ancora cercando disperatamente un colpevole.

Purtroppo il mio nome è tra questi.

Avvocato penalista, appassionato di calcio (ha partecipato al corso semestrale di perfezionamento in diritto e giustizia sportiva presso Università di Milano), geneticamente granata, abbonato al Toro da circa trent’anni.

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