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Esclusiva

Sonego a TN: “Tifo Toro grazie a nonna. Oggi mi sento ambasciatore granata”

Sonego a TN: “Tifo Toro grazie a nonna. Oggi mi sento ambasciatore granata” - immagine 1
In esclusiva le parole del tennista torinese e torinista che ha assistito sabato 23 dicembre alla partite tra i granata e l'Udinese
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Nel giorno di Natale Toro News propone ai suoi affezionati lettori e alle sue affezionate lettrici un'intervista esclusiva con un grande tifoso granata, uno sportivo ormai noto in tutto il mondo. Lorenzo Sonego fa parte dell'attuale generazione d'oro del tennis azzurro e ha vinto la Coppa Davis da protagonista. Torinese di nascita, torinista fino al midollo, da bambino ha iniziato giocando a calcio con la maglia granata, prima di impugnare la racchetta e di essere ormai in pianta stabile tra i migliori cinquanta giocatori del mondo. Proprio sabato 23 dicembre Sonego è stato allo stadio "Olimpico-Grande Torino" per tifare la squadra di Ivan Juric e ha assistito da vicino al pareggio per 1 a 1 contro l'Udinese, prendendosi il caloroso abbraccio del popolo granata.

Buongiorno Lorenzo e buon Natale. Partiamo dal match di sabato: che Toro ha visto dalla tribuna?È stata una partita molto sofferta e dura; era difficile trovare spazi anche perché l’Udinese è una squadra che sta lottando per salvarsi quest’anno e ha bisogno di fare qualche punto, quindi si è difesa molto bene. Poi, un’azione fatta dai bianconeri e il Torino ha subito goal, però è stata una partita abbastanza dominata dal Toro per quanto riguarda il possesso palla. Si era messa male, poi è arrivato un gol un po’ fortunoso, e devo dire che la fortuna non guasta mai. Comunque siamo una squadra che sta dimostrando partita su partita che ha un gran livello”.

Facciamo qualche passo indietro: come se la cavava con il pallone fra i piedi? “A calcio mi ricordo che ero un po’ fragile fisicamente ma bravo tecnicamente, mi piaceva di più fare gli assist che i gol. Ero uno che correva tanto e giocavo prevalentemente sulle fasce proprio perché ero un grande corridore”.

Da ragazzino ha indossato la maglia granata: poi, come è avvenuto il passaggio al tennis? Poi a undici anni mio papà, che era un grande appassionato, mi ha fatto iniziare a giocare a tennis. Mi ha insegnato a giocare e poi mi ha subito portato dal mio allenatore. Per due anni ho giocato a tennis e calcio contemporaneamente, poi ho deciso per il tennis”.

Ma al calcio è sempre rimasto legato grazie alla sua viscerale passione per i colori granata. Chi le ha trasmesso il tifo per il Toro?“Mia nonna che è una grandissima appassionata; infatti in famiglia dalla parte di mia mamma sono tutti del Toro, tutti super tifosi e vanno quasi sempre allo stadio a vedere le partite del Toro”.

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C'è un giocatore del Toro al quale si sente particolarmente legato? “Tra i giocatori che mi sono piaciuti di più durante la mia infanzia e la mia adolescenza cito due attaccanti: Marco Ferrante e Andrea Belotti”.

Oggi è Natale: quale regalo vorrebbe scartare sotto l’albero granata in vista del 2024?“Direi che è un regalo comune a tanti tifosi: vorrei rivedere il Torino giocare in Europa”.

Per arrivare in Europa serviranno ventuno partite di alto livello. Le chiedo quindi, se le piace questo Toro targato Ivan Juric?“Mi piace molto l’allenatore. Ritengo Juric un buonissimo tecnico con grande spirito Toro; secondo me, è adatto a stare nel Torino e fare grandi cose con il Toro”.

In quale giocatore dell'attuale rosa si rivede di più per atteggiamento e stile? In questo Torino mi rivedo un po’ in Buongiorno che ci mette tanto cuore quando gioca le partite, un po’ come me, lotta sempre”.

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E per il suo 2024 cosa desidera?“Nel 2024 spero di riuscire a tornare vicino alla top 20 del ranking ATP e di cercare di migliorare i risultati negli slam”.

Anche con la racchetta in mano serve un po’ di sano tremendismo granata? “Il cuore Toro esce sempre, soprattutto nelle partite più dure. Mi piace la lotta, mi piace soffrire e quando le partite vanno per le lunghe, esce sempre di più lo spirito Toro. Dunque, anche con la racchetta in mano il cuore Toro pulsa sempre”.

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Prima della finale di Davis ha dichiarato che ha trasmesso un po' di cuore Toro a Sinner: secondo lei, è un po’ granata sotto sotto? “Sinner ci ha messo grande cuore, quello che si trova nel Toro, quindi secondo me un pochino dentro ce l’ha e chiaramente poi ha il talento che nel calcio hanno le grandi squadre”.

Da torinese come sta vivendo l'intesa esperienza delle ATP Finals sotto la Mole? “Avere le Finals a Torino è un grande stimolo per tutti. Averle in casa, nella mia città, vicino a casa mia è qualcosa di stupendo, è un sogno. Le ho seguite già per 3 anni ed è stata un’esperienza magnifica”.

Lei esporta già il Toro in giro per il mondo. Le piacerebbe un giorno fare l'ambasciatore del Torino nel mondo?“Mi sento già ambasciatore del Toro” (sorride).

 

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