"Per noi bambini il Grande Torino era una festa perenne che ci faceva dimenticare gli stenti del dopoguerra: al Fila strapazzava gli avversari e quando capitava una domenica storta, Valentino guardava verso le tribune e con un cenno invitava il trombettiere dello stadio, Oreste Bolmida, a suonare la carica. Il capitano si arrotolava le maniche e partiva il 'quarto d’ora granata', con gol a grappoli, come nella rimonta alla Lazio: da 0-3 a 4-3". Queste parole non sono attribuibili a nessuno di preciso. Potrebbero averle dette o pensate chiunque abbia visto dal vivo quella magnifica squadra, di cui Valentino era il capitano, il condottiero, colui che guidava la squadra e scaldava i cuori dei tifosi, colui che cambiava le partite e, per molti ancora oggi, il giocatore italiano più forte di tutti i tempi. Il palmarès di Mazzola parla da solo: 5 scudetti e 2 Coppe Italia (una col Torino e una col Venezia), capocannoniere del Campionato italiano nel 1946-1947 e capocannoniere della Coppa Italia nel 1942-1943, oltre all'onore di essere per ben 2 anni il Capitano anche della Nazionale. Eppure non sono i numeri a raccontare chi è stato Valentino Mazzola.
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L’eterno Capitano: 102 anni di Valentino Mazzola
Figurine / La leggenda granata che solo il fato vinse
Valentino è stato un eroe sportivo e non solo. Condottiero di una squadra che ha dato speranza. Un uomo leale e di parola, tanto da volare in Portogallo per mantenere la promessa fatta a Ferreira. Icona mondiale, tanto che José Altafini in patria fu ribattezzato 'Mazzola' proprio per la somiglianza con il capitano del Grande Torino. È stato il padre costituente della Costituzione granata. Prima legge: "Il sudore è un dovere nei confronti dei tifosi. Ripagate sempre il loro amore con l'impegno e la dedizione". Se il Toro è glorioso si deve anche a lui.
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