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Belotti: “Immagino il mio futuro a Torino. E quelle curve storiche del Filadelfia…”

Le parole / Il Gallo si racconta così in un'intervista a La Gazzetta dello Sport

Redazione Toro News

Lunga intervista ad Andrea Belotti, quest'oggi sulla Gazzetta dello Sport, a firma di Walter Veltroni. Il Gallo si racconta in lungo e in largo, parlando delle sue origini umili, del suo presente e delle sue aspirazioni. "La mia è una famiglia bergamasca doc", racconta Belotti, "I miei genitori sono sempre stati grossi lavoratori. Quando sono andato al Palermo, ho detto a mia madre: "Non voglio più che lavori perchè preferisco che ti occupi più della famiglia". Con mio padre è stato più difficile, è la classica persona che non riesce a stare ferma".

"Ho iniziato nel Gorlago, poi nella Grumellese, era una squadra affiliata all'Inter e lì ho fatto un anno di Pulcini. All'inizio giocavo centrocampista centrale. Poi esterno del 4-4-2. Quando sono arrivato nella Primavera dell'Albinoleffe, c'era un solo attaccante e dovendo trovarne uno in più l'allenatore ha adattato me in quel ruolo. Era Alessio Pala".

Belotti racconta così il suo tempo all'Albinoleffe: "Il primo anno in Primavera, quando ero con quelli di età superiore, un dirigente disse a quattro di noi che non avremmo trovato spazio. Potevo rimanere sapendo di giocare poco o trovare spazio altrove. La mia famiglia mi convinse a rimanere, a tener duro. Poi riuscii a giocare, aveva ragione mio padre. Poi l'anno dopo è arrivato Alessio Pala e si è capovolto tutto. Passai dal non giocare a fare il capitano. Bisogna sempre combattere, anche con sè stessi".

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