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Da Schuurs a Pellegri: così Juric ha trovato una quadra e rilanciato il Toro

Da Schuurs a Pellegri: così Juric ha trovato una quadra e rilanciato il Toro - immagine 1
Le vittorie contro Udinese e Milan mandano segnali incoraggianti: le scelte del tecnico stanno pagando in termini di prestazioni e risultati

Alberto Giulini

Parlare di svolta sarebbe probabilmente affrettato e l'unico giudice resterà il campo, ma il doppio successo contro Udinese e Milan ha dato risposte molto importanti a Juric. Friulani e rossoneri erano probabilmente gli avversari peggiori da affrontare per il Toro, che aveva appena ritrovato il sorriso in Coppa Italia ma che in campionato arrivava da quattro sconfitte ed un pareggio. Ed invece i granata hanno saputo reagire, lasciandosi alle spalle le difficoltà e strappando sei punti pesantissimi. Le risposte arrivate dal campo sono state assolutamente positive e l'impressione è che Juric abbia trovato la quadra giusta per un Toro che rispetto alla scorsa stagione ha cambiato pelle.

Meno aggressività, più qualità

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Delle diverse caratteristiche della rosa rispetto ad un anno fa si è già parlato tantissimo: senza Mandragora e Pobega il Toro ha molta meno fisicità in mezzo al campo, perdendo aggressività ma guadagnando più qualità nel palleggio. E così per Juric è stato inevitabile apportare alcuni ritocchi allo stile di gioco della sua squadra, che continua a cercare di riconquistare palla sempre molto in alto ma lo fa con meno insistenza rispetto alla scorsa stagione. Ad Udine si era visto un Toro capace anche di aspettare con un baricentro più basso, pronto a ripartire con transizioni veloci e con la qualità dei suoi centrocampisti e trequartisti. Una soluzione che ha dato i suoi frutti e che sembra adattarsi alle caratteristiche dei giocatori presenti in rosa.

Da Schuurs a Pellegri: così Juric ha trovato una quadra e rilanciato il Toro- immagine 2

La svolta in difesa: Schuurs al centro

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Tre le soluzioni adottate da Juric che stanno ripagando in termini di prestazioni e risultati c'è anche la scelta di puntare in pianta stabile su Schuurs al centro della difesa. L'olandese aveva subito dato ottimi segnali quando chiamato in causa, ma in avvio di stagione si era visto preferire in più di un occasione Buongiorno dal primo minuto. Ora l'ex Ajax si è preso definitivamente le chiavi della retroguardia granata e sta mettendo in luce tutte le sue qualità: oltre all'abilità difensiva e nei duelli, Schuurs sta brillando anche in fase di impostazione e nel ripartire palla al piede. La scelta di puntare forte sull'olandese sta dunque ripagando, tanto che in difesa l'assenza di Bremer non si sta facendo sentire.

La gestione degli esterni

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La crescita del Toro è passata anche da quella dei suoi esterni, che tanto avevano faticato in avvio di stagione quanto ora stanno tornando ad essere determinanti. Nelle scorse settimane - alla luce anche dello scarso rendimento di Singo - aveva pagato la scelta di puntare su Aina. Fino all'infortunio il nigeriano aveva fatto molto bene trovando anche il gol a Udine, quindi contro il Milan si è rivisto l'ivoriano in una versione decisamente convincente per l'ottimo lavoro svolto in fase difensiva contro Leao e Theo Hernandez. Sul versante opposto la qualità di Lazaro si sta rivelando un fattore importante, tanto che contro il Milan è rimasto 90' in panchina quel Vojvoda che fino a poche settimane fa sembrava un giocatore imprescindibile per questo Toro. La gestione degli esterni sta dunque iniziando a fare la differenza in positivo, aspetto fondamentale in un modulo come quello granata in cui i laterali di centrocampo svolgono un ruolo cruciale in entrambe le fasi.

Pellegri, il centravanti che mancava

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Decisamente incoraggianti pure le prestazioni di Pellegri, autore di un'ottima partita anche contro il Milan. Nel derby il classe 2001 è partito dalla panchina perché recuperato in extremis, ma in avvio di stagione Juric lo aveva schierato dal 1' in una sola occasione su otto. Con Pellegri al centro dell'attacco il Toro ha guadagnato quel peso offensivo e quell'attacco alla profondità che tanto erano mancati ad inizio campionato. Sicuramente il contributo di Sanabria resta importante, ma l'impressione è che ora le gerarchie nel ruolo di centravanti si siano invertite e che Juric abbia trovato nel giovane italiano la punta di cui la squadra aveva bisogno. Archiviato invece l'esperimento del falso nove, impiegato col Sassuolo per scelta tecnica e nel derby per necessità: non ha dato frutti, in questo momento è una strada accantonata.

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