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Il tema

Dionisi e Juric, quante analogie. Ma il compito del croato col Torino è più duro

Andrea Calderoni

Il confronto tra i due tecnici alla vigilia della sfida di campionato tra Sassuolo e Torino

Per idee di gioco Alessio Dionisi e Ivan Juric si possono considerare a tutti gli effetti due allenatori moderni. Entrambi sono accumunati da un concetto chiave: la verticalità. Nel Sassuolo 2021/2022 quello che balza all’occhio è sicuramente il prolungato possesso passa ereditato dalla gestione Roberto De Zerbi ma a esso si sono aggiunti una gran quantità di passaggi in verticale che stanno rendendo settimana dopo settimana differente la creatura di Dionisi rispetto a quella del suo predecessore. Juric all’Hellas Verona ha fatto della verticalità il proprio mantra e anche con il Torino, soprattutto negli impegni interni con Atalanta e Salernitana, si sono visti sprazzi di gioco in questa direzione. Sia Dionisi che Juric, inoltre, amano dominare il gioco e proprio per questo si possono definire a tutti gli effetti tecnici moderni, all’avanguardia.

GAVETTA - Anche i loro percorsi in qualche modo si assomigliano, sebbene quello di Juric sia cronologicamente più datato rispetto a quello di Dionisi. Il croato del Torino, infatti, è più anziano del collega di 5 anni (1975 Juric, 1980 Dionisi). Sono due tecnici che sanno cosa significa la parola gavetta. In tal senso, sono agli antipodi rispetto a tecnici come Andrea Pirlo o il primo Filippo Inzaghi. Dionisi ha iniziato solamente in questo 2021/2022 con il Sassuolo ad allenare in Serie A, dopo guidato squadre in Serie D, Serie C e Serie B. Ha affinato le proprie idee, le ha testate sul campo, ottenendo risposte molto spesso confortanti. Dagli anni splendidi a Borgosesia, dove ha forgiato parecchi giovani, ai play-off con il Fiorenzuola e ancora il professionismo con l’Imolese (straordinario terzo posto nel girone B nel 2018/2019). Poi, c’è stata la serie cadetta con il Venezia e soprattutto nella passata annata con l’Empoli (primo posto finale e promozione). Anche Juric è partito dal basso: il Mantova in C, il Crotone portato in Serie A nel 2015/2016 e poi la massima serie con il Genoa, l’Hellas e quindi il Torino.

DIFFERENZA - Sin qui tante similitudini tra i due. Esistono, però, notevoli differenze rispetto al progetto che hanno avviato qualche mese fa rispettivamente in Emilia e in Piemonte. Dionisi ha ereditato una situazione florida. Il Sassuolo ha sfiorato la Conference League nel passato campionato, esprimendo un gioco a tratti spumeggiante. Piazza migliore per mettersi in mostra in Serie A, dunque, non poteva trovare il tecnico nato ad Abbadia San Salvatore. Ha, infatti, dalla sua una società solida, paziente e non deve far fronte a troppe pressioni. Juric, invece, ha ereditato una squadra e anche una società in grave difficoltà da due stagioni a questa parte. Si trova a rigenerare un ambiente caldo ma molto avvilito. Il suo compito, pertanto, sulla carta è più complesso di quello di Dionisi, ma d’altronde i 5 anni più sulla carta d’identità e le 124 panchine di differenza in Serie A obbligano la carriera di Juric a uno step più difficile rispetto a quello del più giovane collega.