Il Toro visto lunedì contro la Sampdoria si è scoperto forte di un centrocampo che ha funzionato come non mai per quasi tutta l’intera partita, sarebbe perciò stata una gara perfetta per una vittoria scaccia crisi. Invece si ritrova a fare i conti con la solita paura di vincere quando è in vantaggio. Amnesie? Paure? Di sicuro l’impianto di gioco, lontano dagli schemi iniziali di Giampaolo, regala alla squadra più compattezza nella zona nevralgica del campo, dove la linea formata dalla mediana Linetty, Rincon e Meitè ha funzionato bene con linee di passaggio pregevoli. Il tutto però sorretto soprattutto dalla efficienza dei due esterni Ansaldi e Singo, che hanno imperato sulle due fasce. Infatti se l’argentino dalla tecnica superiore alla media ha messo in mezzo all’area moltissimi palloni pericolosi, il ragazzo ivoriano che fra pochi giorni compirà 20 anni, ha surclassato il suo diretto avversario Augello, regalando soprattutto nel primo tempo lampi di grande classe dando beneficio a tutta la fase offensiva granata. A tutto ciò bisognerebbe aggiungere l’impeto di Zaza, che sta attraversando un ottimo periodo di forma (l’undici granata non ha trovato il gol solamente per la bravura del portiere Audero) e la sicurezza di capitan Belotti pronto a sfruttare la prima vera occasione da gol , timbrando la sua 99esima rete.

Per tutto il primo tempo si è visto un Toro sicuro dei propri mezzi, sicuro di vincere una partita perché superiore alla Sampdoria, che è stata letteralmente dominata. E qui si apre il cerchio sulla retromarcia granata dal 46′ al 62′. Ovvero 16 minuti di follia granata. Non si capisce davvero l’atteggiamento della squadra che, al posto di continuare a esercitare il dominio tecnico – tattico, ha iniziato ad abbassarsi troppo dando alla Sampdoria tutti gli spazi per manovrare a suo piacimento soprattutto con tanto vigore agonistico. Minuti che il Toro è rimasto a guardare impietrito dalla paura di prendere gol – che sono arrivati in un ribaltamento che è la fotocopia delle ultime partite – trovandosi nel giro di pochi minuti in svantaggio con i gol di Candreva e di Quagliarella.
Cosa possa passare nella testa dei giocatori in quei momenti è davvero difficile da capire, anche perché qui non è più in discussione la capacità tecnica –tattica o fisica della squadra rispetto agli uomini di Ranieri. La superiorità è stata evidente, per tutto il primo tempo e per gli ultimi 25 minuti finali, per cui la malattia che sta invadendo questo Toro si sta cronicizzando e imperversa ormai in ogni partita e sembra molto complessa. E’ come se tutta la squadra, e non solo uno o due giocatori, andasse in amnesia totale.

Un Toro imbambolato che rispetto al passato ha saputo però reagire sfiorando il pareggio, prima con Zaza e poi con Meitè entrambi respinti dall’ottimo numero uno blucerchiato. Qui nasce ancora più la rabbia, visto che raggiunto il pareggio con un ottimo Meitè, i granata hanno poi dato il via ad un forcing finale, sorretto da un ottima preparazione fisica, che ha portato la squadra a sfiorare la vittoria che a quel punto avrebbe meritato e il doppio salvataggio su Verdi e su Lyanco all’ ‘80° sono a testimoniarlo.
Tutto bene? Decisamente no, perché se è vero che si sono visti ampi miglioramenti di gioco e di equilibrio tra i reparti è altrettanto vero che la squadra ha mostrato una debolezza mentale che se non verrà risolta al più presto potrà creare danni permanenti per tutto il campionato. In più, lunedì sarebbe servita la vittoria e non un pareggio che fa ristagnare il Toro nella melma della retrocessione (anche se a qualcuno può sembrare presto per parlarne).
Adesso ci sarà il derby e i granata sono attesi dai propri tifosi a dare una dimostrazione di prova gagliarda sul campo, senza tanti fronzoli, ma con intelligenza e coraggio. Sentenza già scritta? Forse! Ma nel calcio mai dire mai e a chi veste la maglia granata comunque bisogna solo incutere forza e coraggio.
quando una squadra ha problemi di questo tipo, che sono a mio avviso anche strascichi della stagione precedente, una società seria dovrebbe intervenire rimuovendo i pesi morti ed inserendo elementi di qualità e personalità
non solo non è stato fatto, ma si è addirittura ingaggiato un allenatore nuovo che ha notoriamente bisogno di tempo affinché le sue ardite teorie vengano assimilate, c’è bisogno di aggiungere altro ? quanto sta succedendo per me non ha proprio nulla di strano
Comunque dal 46′ al 62′ sono 16 minuti…
Ma anche fossero 10 o 5 minuti, questi non sanno gestire un risultato…
Manca un “Centrocampista” che sa gestire palla
tutto vero tranne che per i gol della sampdoria le colpe sono di singo che doveva marcare candreva e del solito meite che quando perde malamente palle velenose si ferma a guardare vanificando così tutto quello che aveva fatto di buono prima aggiungiamo poi che il portiere è da sostituire perche è il fantasma
la brutta copia di quello degli scorsi anni ecco che la frittata è fatta