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La Fiorentina non si chiuderà: al Torino il compito di infilarla in verticale

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I temi tattici della sfida di sabato sera tra viola e granata partono dalle defezioni di Italiano a centrocampo e dalla sua mediana fisica

Andrea Calderoni

La Fiorentina, a causa di alcune assenze importanti, avrà un centrocampo particolarmente fisico sabato sera contro il Torino. A comporlo saranno, con ogni probabilità, Duncan e Amrabat, due giocatori che in passato sono stati anche accostati al Torino. Sono due mediani che fanno della sostanza il loro punto di forza. Proprio da questa considerazione sul cuore del centrocampo viola partono le riflessioni sui temi tattici in vista della sfida tra la squadra di Vincenzo Italiano e quella di Ivan Juric. La Viola ha perso molto in fase di geometrie con l'uscita in estate di Torreira. Da inizio stagione sta cercando un sostituto all'altezza ma non l'ha trovato e quindi mister Italiano è stato costretto, gioco forza, a rivedere un po' il modo di giocare della sua squadra. In fase di costruzione la mancanza di un vero playmaker si è fatta sentire nella Fiorentina e ciò potrebbe pesare anche sabato sera. L'evoluzione patita dal centrocampo della Fiorentina è stata inversamente proporzionale a quella subita dallo stesso reparto del Torino. I granata dall'arrivo di Ricci lo scorso gennaio hanno iniziato una metamorfosi che li sta portando a mantenere maggiormente il pallone fra i piedi e a tenere in modo diverso rispetto al passato il pallino del gioco. La mediana del Torino ha perso in fisicità e ha guadagnato in qualità, seguendo, come detto, un percorso opposto rispetto a quello della Fiorentina.

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La Fiorentina tira tanto: è terza per numero di conclusioni in Serie A

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Al "Franchi" il Torino non troverà, tuttavia, una squadra chiusa e questo potrebbe essere un vantaggio; del resto, la Fiorentina ama tenere il possesso della sfera tanto da attestarsi al secondo posto in Serie A della speciale graduatoria (30'42" di media a gara, dietro soltanto al Napoli). I recenti precedenti con Hellas Verona e Spezia insegnano che i granata contro formazioni che chiudono gli spazi soffrono terribilmente; il Torino in match come quelli appena citati rischia di non poter sfruttare a dovere un marchio di fabbrica di Juric, ovvero le verticalizzazioni, che possono devastare gli avversari in campo aperto. Nello stesso tempo, comunque, il Torino dovrà prestare attenzione alle individualità toscane dalla cintola in avanti. La trequarti e l'attacco della Fiorentina sanno infatti garantire un'ampia gamma di movimenti; i giocatori offensivi di Italiano si caratterizzano per la loro predisposizione a svariare sull'intero fronte offensivo e nemmeno in questo caso la viola pecca in fisicità (basti pensare a elementi come Barak o Saponara o ancora Bonaventura). Un dato deve in qualche modo impensierire il Torino: la Fiorentina è la terza squadra del campionato per numero di tiri verso la porta avversaria (280 contro i 291 del Milan e i 319 del Napoli).

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La Viola patisce la fase difensiva: è il punto debole

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Il vero punto debole della Fiorentina nell'arco della stagione è stato rappresentato fin qui dalla fase difensiva. A maggior ragione, dunque, i due trequartisti granata avranno il compito di approfittarne. Sarà interessante comprendere se Juric punterà su una prima punta come Sanabria oppure se opterà per un falso nove come Vlasic. Come già più volte detto e analizzato, questa scelta implica una modalità di fase offensiva completamente differente. Sanabria sa, ad esempio, offrire qualche sponda in più, mentre Vlasic può garantire un po' più di profondità. E poi ci sarebbe anche l'opzione Karamoh. I 24 gol presi fin qui dalla Fiorentina non possono far dormire sonni tranquilli a Italiano. Molte cose non sono andate nel migliore dei modi. Tante volte, infatti, la Viola si è fatta infilare, non dimostrando un giusto equilibrio in fase di non possesso. Insomma, la Fiorentina è attaccabile: starà al Torino farlo con intelligenza, sfruttando al meglio i propri punti di forza.

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