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Milan-Toro, Longo può studiare la gara di Coppa: i granata sfiorarono il colpaccio

Andrea Calderoni

I temi tattici / Contenere e ripartire: i rossoneri lasciano spazi. Occhio, però, a Ibrahimovic che lo scorso 28 gennaio non era partito titolare

Un punto di riferimento su cui ragionare in vista di lunedì Moreno Longo ce l’ha: si chiama Milan-Torino ed è la partita che è stata giocata lo scorso 28 gennaio per i quarti di finale di Coppa Italia. Sono stati 120 intensi minuti allo stadio “Giuseppe Meazza” di San Siro, lo stesso prestigioso palcoscenico del prossimo Monday Night di campionato. Non si può dire lo stesso per Stefano Pioli, perchè nel frattempo il Toro ha cambiato guida tecnica e dunque alcuni accorgimenti nei granata possono cambiare. Tatticamente il Milan sarà diverso. Avrà in campo probabilmente dall’inizio Zlatan Ibrahimovic, uomo in grado da solo di cambiare un’intera squadra come si è visto già nel match di Coppa Italia. Anche contro l’Inter nel derby perso dai rossoneri Ibrahimovic ha dimostrato quanto possa essere determinante non soltanto in fase di finalizzazione, ma anche con le sue sponde. Il compito per la traballante retroguardia granata sarà dunque molto arduo. Armando Izzo non ci sarà (espulso contro la Sampdoria) e quindi Longo dovrà trovare delle contromisure. Quasi certo, comunque, il costante duello tra Nicolas Nkoulou e lo svedese.

POTENZIALITA’ MILAN - Il Torino allora ancora guidato da Walter Mazzarri riuscì ad imbrigliare bene il Milan di Stefano Pioli e furono le sostituzioni in corso d’opera a determinare il passaggio del turno del Diavolo e l’eliminazione dei granata. In Coppa Italia il Milan dimostrò di essere tutt’altro che impenetrabile (emblematica in tal senso l’azione di una delle due reti di Gleison Bremer). Gli spazi, perciò, ci saranno sicuramente anche lunedì, ma il Torino dovrà capire come sfruttarli. Il centrocampo del Milan assomiglia per caratteristiche a quello del Torino: è, infatti, più di quantità che di qualità. Uno dei gravi problemi del Milan nella stagione in corso è lo scarso rendimento sotto porta. I rossoneri segnano meno del Torino, ma potenzialmente creano di più rispetto ai granata. Sono, difatti, settimi per numero di tiri effettuati (259 conclusioni contro le 184 del Torino) e sono quinti per numero di cross utili. Proprio sulle corsie il Milan è potenzialmente molto pericoloso. L’arma in più si chiama Theo Hernandez, laterale abile nella doppia fase e dotato di un ottimo tiro. Pur crossando spesso nell’area avversaria, gli uomini di Pioli hanno siglato soltanto due reti di testa in tutto il campionato. Il Torino, invece, ha segnato sei gol di testa, quattro dei quali nelle prime giornate di campionato.

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CONTENERE E RIPARTIRE - Longo dovrà prendere spunto dalla partita di Coppa Italia, nella quale il Torino fu capace di contenere e ripartire. Il Milan è squadra che sicuramente concede qualcosa, ma i granata dovranno essere reattivi e precisi a sfruttare le occasioni. Il fattore mentale, poi, inciderà e non poco, soprattutto in un momento così. Proprio per questo sarà fondamentale approcciare al meglio la gara. Un avvio in salita potrebbe compromettere la strategia tattica del difendere e offendere in ripartenza.