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Modulo, “epurati”, recuperi chiave: ecco come Miha ha cambiato il Toro

Gianluca Sartori

Il passaggio dal 4-2-3-1 al 4-3-3 è stato a dir poco provvidenziale, per questo Torino: lo dicono palesemente le partite contro Cagliari e Inter. La squadra si sente più solida e la manovra è molto più corale e meno affidata ai colpi dei singoli. "Anche i ragazzi si sentono più sicuri con questo modulo", ha detto Mihajlovic. Rispetto a prima la difesa è meglio coperta da un uomo in più davanti a sè, mentre è soprattutto sulle fasce che il Toro sa ragionare meglio. Come dimostra anche il gol di Falque, nato da un bel fraseggio della catena di destra formata da De Silvestri, Baselli e Iago. Cambiamento tardivo? Può darsi, ma quando Mihajlovic afferma di non aver potuto pensarci prima a causa dei tanti infortuni, non ha tutti i torti, perchè gli infortuni di Valdifiori e Baselli prima e di Acquah e Obi poi hanno diminuito il ventaglio delle soluzioni possibili. Semmai appare presuntuoso, a questo punto, il progetto estivo - pensato a bocce ferme - di costruire la squadra sul 4-2-3-1 senza i profili giusti per adottare quel modulo.

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