IL TEMA

Nicola ferma Inzaghi: il Toro si chiude in difesa e regge l’urto biancoceleste

Luca Bonello

L'atteggiamento difensivo voluto da Nicola è stato premiato: il Torino pareggia con la Lazio ed è aritmeticamente salvo

Il Toro è matematicamente salvo. Bastava conquistare un punto in due giornate per festeggiare la permanenza in Serie A e i granata l'hanno ottenuto a Roma con la Lazio dopo una grande prestazione difensiva. Obiettivo raggiunto quindi per il Toro e per Nicola, che ha preparato la partita in ottica difensivista e alla fine è stato premiato. Rinuncia invece a dare un'altra chance di salvezza al fratello Filippo e al record di vittorie casalinghe in casa Simone Inzaghi: la sua volontà di conquistare la vittoria a tutti i costi si è vista nell'atteggiamento dei suoi giocatori, ma non è bastata per superare i granata. Il modo di giocare della Lazio durante il corso della gara non è mai cambiato, con Inzaghi che ha puntato sul suo tipico 3-5-2, con pochi cambi rispetto alla formazione tipo. La spinta sulle fasce ha reso meno di quanto sperato e gli attacchi centrali dei biancocelesti sono stati respinti con costanza dalla difesa granata. Con l'inserimento di Lulic al posto di Fares la sua squadra si è dimostrata più viva, ma il tecnico laziale non è riuscito con gli altri cambi a svoltare la partita, vedendo i suoi attacchi sbattere con costanza contro l'arcigna e compatta difesa granata. E dove non è arrivata la difesa, ci hanno pensato i pali a salvare il Toro.

DIFESA - L'obiettivo non dichiarato del Torino nella partita di ieri era non prendere gol. Una rete incassata, specialmente se subita ad inizio gara infatti, avrebbe potuto riportare nella mente dei granata le brutte figure delle ultime uscite, le quali avrebbero fatto subentrare ancora più tensione nelle gambe e nella testa dei giocatori di Nicola. La fragilità mentale della squadra, confermata anche da Sirigu nell'intervista post gara, sarebbe sicuramente stata messa a dura prova e il rischio di un'altra imbarcata si sarebbe sempre fatto più vivo. Nicola questo lo sapeva bene prima della partita e, a tal proposito, nelle sue scelte iniziali, si è subito notata la voglia di assumere un atteggiamento molto difensivo. L'esclusione di Verdi in favore di Lukic è sintomatica proprio di questa volontà: il serbo infatti, è riuscito ad arginare bene Akpa Akpro e con il contributo di Ansaldi ha limitato l'avanzata sulla destra di giocatori pericolosi come Lazzari.

COMPATTEZZA - Il Torino non ha mai dato nei 90' minuti di gara la possibilità agli avversari di usufruire di una situazione di superiorità numerica. I granata infatti, sono stati molto chiusi e compatti dietro, non permettendo così agli attaccanti biancocelesti di infilarsi tra due dei centrali difensivi e andare al tiro con facilità. Anche sugli esterni, Singo e Ansaldi sono stati molto bloccati, non hanno infatti quasi mai accompagnato entrambi l'azione offensiva, proprio per evitare di sbilanciarsi e favorire ripartenze pericolose dei biancocelesti (e Lazzari in questo non ha bisogno di grandi presentazioni). I centrali di centrocampo inoltre non hanno mai cercato il pressing alto, limitandosi ad aspettare l'avanzare dei centrocampisti di Inzaghi. Simbolico di questo atteggiamento è inoltre il comportamento di Mandragora, che mai ha abbandonato la sua posizione davanti alla difesa, mentre in passato spesso alzava il pressing andando ad attaccare direttamente il regista avversario in fase di costruzione.

ATTACCANTI - Partita difficile per gli attaccanti di Lazio e Torino quella di ieri, ma vissuta in maniera diversa a seconda della squadra di appartenenza. Per quel che riguarda gli attaccanti della Lazio, Immobile e Muriqi hanno dovuto lottare molto per districarsi tra la marcatura stretta dei difensori granata per poter ottenere palloni buoni in fase offensiva. Inoltre, l'attaccante turco in particolare ha dovuto spesso giocare spalle alla porta, dato che i difensori biancocelesti hanno molte volte cercato il lancio alto sul loro attaccante per poter imbastire qualche azione pericolosa. Nonostante ciò, qualche opportunità di andare a rete l'hanno avuta, con il Torino che ha rischiato, soprattutto per opera di Muriqi, di subire il gol dell'1-0. La sua fisicità è stata infatti l'arma in più della Lazio in questa partita, con i maggiori pericoli che sono stati creati proprio dal numero 91. Immobile invece è stato contenuto ottimamente da Izzo e Nkoulou e non è riuscito mai ad incidere, sbagliando inoltre il calcio di rigore. Per quel che riguarda invece gli attaccanti del Toro, Belotti e Sanabria, la loro partita è stata dedicata al sacrificio e alla lotta. I due hanno ricevuto pochi palloni giocabili e sono stati spesso non supportati adeguatamente dai compagni, il che ha reso la loro produzione offensiva molto misera, con il palo colpito dal paraguayano che rimane l'unico tiro pericoloso dei due centravanti.