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Torino, 5 anni di Filadelfia: la mostra nel cortile e le voci dei protagonisti

Gualtiero Lasala

Allo stadio Filadelfia si aprono i cancelli: per l’occasione un’esposizione delle coppe dei campionati del Grande Torino e il Piatto di Lisbona

In una coperta giornata torinese, i cancelli del Filadelfia sono stati aperti dalla Fondazione e dal Torino per festeggiare i cinque anni dell’impianto sportivo. Il tutto è stato celebrato con una mostra, nella quale sono stati esposti alcuni cimeli del Grande Torino, come le coppe di alcuni campionati (45/46, 46/47, 47/48, 48/49) e il Piatto di Lisbona, il trofeo portato dalla squadra granata dopo l’amichevole contro il Benfica. Una mostra aperta al pubblico, fruibile fino alle 19 della giornata odierna, il 25 maggio.

Presenti molti volti granata, da Zaccarelli a Beccaria: l’evento è stato presentato da Stefano Venneri, lo speaker del Torino, ma la giornata è cominciata con le parole di Luca Asvisio: “Un grazie a tutti i membri dell’amministrazione per tutto questo. Ringrazio anche Beccaria, perché si sta cercando di portare a termine tutto questo progetto. A breve dovrebbero esserci le conferme per rimettere a posto i due tronconi dello stadio Filadelfia. Stiamo lavorando per creare il museo per rendere Via Filadelfia un tempio granata. Sarà anche l’occasione per intitolare le panchine a Erbestein e a Pozzo. La tribuna sarà intitolata invece a Ferruccio Novo. Speriamo di tornare anche con questi impianti ad essere una squadra da parte sinistra della classifica com’è successo quest’anno”.

Il nipote di Pozzo, Piervittorio, ha preso parola: “A Vittorio non è stato riservato un trattamento particolarmente buono, spero si possa riservare in futuro uno spazio dedicato anche a lui. Oggi ci accontentiamo di questa panchina dedicata a lui. Ringrazio tutti per questa giornata”.

Angelo Cereser, presidente dell’associazione ex calciatori granata, viene invitato ad intervenire: “Vorrei ricordare che il Filadelfia è stata la prima o la seconda casa. Noi abbiamo trovato una cosa sola, il tram numero 8 e il cortile del Filadelfia. I soldi per andare al bar non c’erano e qui trovavamo una casa. Gli anni passavano e qualcuno andava in prima squadra. I tifosi ti tenevano con la cresta bassa, ricordandoti da dove venivi. Lo spirito del Toro si respirava e a me fa piacere rivedere questo tipo di ambiente: ho visto le griglie l’altro giorno, e sono stato molto felice perché mi ha ricordato molto il mio Filadelfia. Mi auguro che il Torino lasci aperto qualche spazio per i bambini, perché si ricordino che cosa sia il Toro.”

E poi Zaccarelli: “Per me ogni volta che vengo è un’emozione. All’inaugurazione speravo che il Filadelfia potesse rinascere e che potesse avere quell’effetto collante per i giocatori e i tifosi. L’affetto dei tifosi mi ha permesso di andare avanti. Ciò che posso fare per il Torino è contribuire a ricreare questo tipo di ambiente.”

Anche Franco Ossola: “Per me è sempre bello è complicato tornare qui. È bello questo unirsi tra vecchi giocatori e nuovi tifosi. Un tempo si parlava di costruire un supermercato. Grazie a Bonetto si riuscì a ribaltare quella tremenda iniziativa. Rivolgo a chi ha la possibilità, di renderlo più accessibile e più umano, più come una volta. È bello osservare i trofei a cui ha contribuito anche mio padre, che sarebbe bello vedere più spesso.”

Conclude Beccaria: “Vorrei dire qualche cattiveria ma oggi non è il momento di farlo. Per tanti anni questo cortile è stato il cuore pulsante del Torino e della tifoseria. I giocatori ricevevamo degli stimoli ed energia che veniva tradotta sul campo. Questo deve essere il primo giorno di tanti che la gente possa vivere lo spirito Toro. Ci tengo a ricordare tra le persone che non ci sono più che per la rinascita del Filadelfia Giancarlo Bonetto. Il suo aiuto è stato fondamentale come mediazione. Oggi abbiamo una mostra che è stata allestita per la prima volta nel 2016, aggiornata alla prima possa del Filadelfia. Il mio preferito è il cinquantesimo, dove c’è una scritta granata: ‘non finisce qui’. Nel momento in cui sarà finito il Filadelfia potremo dire che il nostro debito morale nei confronti delle glorie granata sia pagato”.